Fino al 16 Gennaio 2025, presso la Villa Reale di Monza, sarà possibile visitare la mostra Unseen di Vivian Maier, una delle pioniere e massime esponenti della street photography.
Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, Unseen, curata da Anne Morin, è la più importante esposizione mai fatta su questa straordinaria riservatissima artista: 200 fotografie, divise in nove sezioni, esplorano i temi ed i soggetti caratteristici del suo stile: dagli autoritratti alle scene di strada, dalle immagini di bambini alle persone ai margini della società, avventurandosi anche in aspetti sconosciuti o poco noti di una vicenda umana e artistica non convenzionale.
La mostra si compone di nucleo di fotografie in bianconero ed a colori, molto rare e fino a pochi anni fa mai viste in pubblico, alle quali si aggiungono filmati in formato Super 8, provini a contatto, audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica.
Il percorso espositivo è arricchito da una “sala speciale” ideata appositamente per coinvolgere gli spettatori nell’esperienza di Essere Vivian Maier.
Per maggiori informazioni: https://vivianmaierunseen.com/
Vivian Dorothy Maier (New York 1926 – Chicago 2009)
È stata una fotografa statunitense, esponente di spicco della street photography, della cui attività artistica si sapeva ben poco fino a pochi anni prima della sua scomparsa. La vita di Vivian Maier è stata ricostruita in particolare da John Maloof che, dopo aver recuperato un considerevole corpus della sua produzione, ha cercato testimonianze sulla sua vita, specialmente tra le famiglie presso le quali ha vissuto, lavorando come tata. La vasta quantità della sua opera è stata scoperta nel 2007, grazie alla tenacia di John Maloof, giovane figlio di un rigattiere. Nel 2007 il ragazzo, volendo fare una ricerca sulla città di Chicago e avendo poco materiale iconografico a disposizione, decise di comprare in blocco per 380 dollari, ad un’asta, il contenuto di un box zeppo degli oggetti più disparati, espropriati per legge a una donna che aveva smesso di pagare i canoni di affitto. Mettendo ordine tra le varie cianfrusaglie (cappelli, vestiti, scontrini e perfino assegni di rimborso delle tasse mai riscossi), Maloof reperì una cassa contenente centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare. Dopo aver stampato alcune foto, Maloof le pubblicò su Flickr , ottenendo un interesse entusiastico e virale e l’incoraggiamento della community ad approfondire la sua ricerca. Pertanto fece delle indagini sulla donna che aveva scattato quelle fotografie: venne a sapere che Vivian non aveva famiglia e aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago; durante le giornate libere e i periodi di vacanza era solita scattare foto della vita quotidiana. La maggior parte delle sue foto sono immagini di street ante litteram e dunque la Maier può essere considerata una antesignana di questo genere fotografico. Inoltre, Maier scattò molti autoritratti, caratterizzati dal fatto che non guardava mai direttamente verso l’obiettivo, utilizzando spesso specchi o vetrine di negozi come superfici riflettenti. La sua storia è stata paragonata a quella della poetessa statunitense, che scrisse le sue riflessioni e le sue poesie senza mai pubblicarle e, anzi, a volte, nascondendole in posti impensati, dove furono ritrovate solamente dopo la sua morte. Dal momento della sua scoperta, Maloof ha svolto una grande attività di divulgazione della sua opera fotografica, organizzando mostre itineranti in tutto il mondo.