Lo scorso 20 Gennaio, a Uzzano, è morto il pittore e illustratore Romano Rizzato.
Rizzato era nato a Milano nel 1936 e s’era avvicinato alla pittura nel 1959 frequentando l’atelier del pittore Mario Radice.
Già dal suo esordio scelse il genere non-figurativo, convinto che la pittura, per essere libera, si dovesse scindere dalla concretezza del reale a favore dell’astratto, utilizzando il colore come un suono musicale che non ci deve descrivere o rappresentare qualcosa.
Guardando le sue opere viene spontaneo paragonare il suo modo di dipingere all’operare del compositore. La musica infatti, è una delle poche forme espressive che non ha bisogno di riprodurre la realtà e non a caso molti titoli delle sue opere, fanno riferimento alla musica: Ritmi, Rifrazioni Sonore, Intersezioni/Interazioni/Interferenze Cromatiche e Ritmiche, Variazioni.
Nelle sue opere si nota una spiccata ispirazione all’architettura contemporanea. I suoi lavori di fine anni Sessanta e Settanta sembrano richiamare la Op Art e l’Arte Cinetica.
La sua pittura, all’alba del nuovo Millennio, si arricchisce con la linea curva che lo porta verso un astrattismo che può essere definito più lirico.
Come illustratore (con lo pseudonimo di Sergio) sperimenta e applica tecniche diverse. Le sue collaborazioni editoriali, spaziano dal campo medico-scientifico (zoologico e botanico) a quello letterario e storico-antropologico.