Roberta Giuffrida
Perduti luoghi ritrovati. Poggioreale Antica
ZeroBook

di Rosamaria Brunno
24 Gennaio 202578

Il passato a volte ci interpella anche con i suoi fantasmi e ci trascina dentro uno dei tanti meandri del “perturbante” che, come direbbe Freud, “suscita turbamento, ma ancor più angoscia”. Esso, inoltre, ci confonde, perché presentandosi di soppiatto ci lascia privi di concreti punti di orientamento. Tuttavia, nell’affiorare di tale condizione, che sia disorienta sia interpella, l’essere umano fa esperienza della conoscenza di sé e del mondo che lo circonda. In tale dimensione cognitiva, lo spazio non potrà che essere il luogo in cui ogni individuo, nel suo perenne e inquieto peregrinare, va alla ricerca di tutte quelle emozioni e verità che gli rimbomberanno dentro come una eco.

Questo libro, a suo modo, racchiude nel breve spazio di una sessantina di foto un percorso molto affine alle riflessioni condotte finora. L’autrice, infatti, sceglie di narrare il suo incontro con Poggioreale Antica, uno dei tanti luoghi dell’abbandono nella nostra terra, e lo fa perché trovatasi davanti alle rovine causate da uno dei terremoti più violenti della storia dell’isola, quello del Belice nel gennaio del 1968, non rimane indifferente, ma osserva, ascolta e si ascolta. Lì, sotto il sole rovente d’estate e circondata da un silenzio assordante, rimarrà rapita da una fascinazione che non si aspettava di incontrare, una bellezza dalle radici antiche perché esalante l’atavica capacità di fronteggiare una Natura non sempre benigna. Lei stessa ha scritto: “mi sono riconosciuta più orgogliosamente siciliana tra quelle macerie… che in tanti altri luoghi a furor di popolo acclamati simbolo della estrema bellezza della mia terra.”.

Mentre prendeva coscienza di tale scoperta, l’autrice si è immersa in un paesaggio animato anche da altri umani girovaghi, cani raminghi quanto l’uomo, luoghi domestici e pubblici evocanti una lontana identità violata e, soprattutto, ha visto e sentito una Natura che si era riappropriata di quegli spazi un tempo antropizzati. Ha così compiuto un personale percorso intimistico, che le ha permesso di meditare profondamente sul senso del resistere per ritrovarsi, come lei stessa dichiara in modo velato già nel titolo. Ha attraversato una dimensione sospesa, quasi mitica, per poi ribaltare il concetto antropologico di nonluogo coniato da Marc Augè, rivivendo e trasformando le immagini di uno spazio scoperto nel luogo di una identità personale e collettiva. Il linguaggio iconico del libro, infatti, racconta di vita, di morte e del tempo che scorre indomito.

Ogni storia ha i suoi personaggi comprimari e quello che qui ha un’indiscutibile pregnanza è la sinestesia dell’immagine, ossia il silenzio, ieraticamente presente in ognuna delle foto. Lo stesso che probabilmente affascinò anche i viaggiatori del Grand e Petit Tour, perché non c’è viaggio dell’anima che non affondi le sue radici proprio nel silenzio, nel buio e nella luce che ora si rivela a sprazzi ora impetuosa.

Editore: ZeroBook (Lentini) – Anno: 2021 – Pagine: 84 – Dimensioni: 28,5×21,5×1 cm – Rilegatura: Cartonata – Testo: Pippo Pappalardo – ISBN: 978-88-6711-196-1