Rebecca Horn
1944-2024

di Redazione Spectrum Web
3 Ottobre 2024256

È morta lo scorso 6 Settembre a Bad König la scultrice, regista e performance artist tedesca Rebecca Horn, famosa soprattutto per le sue estensioni corporali.

Nata a Michelstadt nel 1944 la Horn imparò a disegnare dalla sua governante rumena, e da allora rimase ossessionata da questa forma di espressione che vedeva come un linguaggio molto più libero di quello verbale. L’espressione orale fu vissuta dalla Horn come un limite a causa della considerazione di cui godeva il popolo tedesco a livello internazionale dopo il secondo conflitto mondiale. Tale limite era inesistente nelle rappresentazioni grafiche: <<Non dovevo disegnare in tedesco, francese o inglese, ma solo disegnare>>.

I genitori volevano indirizzarla verso gli studi di Economia, ma la Horn si oppose e decise di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Amburgo, che dovette presto abbandonare a causa di un grave avvelenamento ai polmoni, dovuto ai suoi lavori con la fibra di vetro utilizzata senza adeguate protezioni.

La morte dei genitori, un anno di degenza in ospedale e un lungo trattamento con antibiotici, la spinsero a isolarsi ed a lavorare solo con materiali più sicuri. Uscita dalla fase di isolamento, iniziò a creare sculture e strane estensioni con balsa e tessuti, con lo scopo di sconfiggere la “solitudine, comunicando attraverso le forme del corpo”. Tornata ad Amburgo, continuò a creare, producendo oggetti che ricordavano bozzoli, body extension rivestite e fasce prostetiche. Nei tardi anni Settanta iniziò a dedicarsi alla performance art, pur continuando a dar vita alle creazioni di body extension.

Tra le sue opere più rappresentative abbiamo Einhorn, il cui titolo è anche un gioco di parole sul nome dell’artista. L’opera fu utilizzata per una performance ed indossata, in quest’ultima, da una donna mentre camminava in campagna. La body extension è attaccata al corpo tramite delle cinghie, simili a quelle utilizzate dalla pittrice Frida Kahlo.

Da non dimenticare anche Pencil Mask – body extension composta da sei cinghie orizzontali e tre verticali nei cui incroci sono inserite delle matite – e Finger Gloves che è il nome sia di una performance, sia della principale body extension contenuta in essa. Si tratta di guanti, ma la forma delle dita si estende grazie ad allungamenti in balsa e tessuto. Un’altra opera simile, Touching the walls with both hands simultaneously, fu concepita dalla stessa Horn nel 1974. La lunghezza delle dita in questa performance era pensata in modo tale che il soggetto, stando al centro della stanza, potesse toccare due muri opposti nello stesso momento.

Anche Feather Fingers è un’opera incentrata sull’illusione del tatto e sulle mani. Una piuma viene attaccata a ciascun dito con un anello di metallo, per far sì, nelle intenzioni dell’artista, che la mano diventi “simmetrica (e sensibile) come un’ala di uccello”. Secondo la Horn, in questa opera si prova la strana sensazione di una mano, che improvvisamente diventa disconnessa dall’altra, come se si trattasse di due esseri senza nessun collegamento.

Rebecca Horn continuò a utilizzare piume nei decenni successivi. Molte delle opere piumate avvolgono la figura, come un bozzolo, oppure sono maschere e ventagli ideati per coprire o imprigionare il corpo. Tra queste opere possiamo ricordare Cockfeather (1971), Cockfeather Mask (1973), Cockatoo Mask (1973), Paradise Widow (1975) e The Feathered Prison Fan (1977) ideato per il film Die Eintänzer da lei diretto. La Horn è stata infatti anche regista e ha realizzato tre film: il già citato Die Eintänzer (1978), cui si sono aggiunti, negli anni successivi, La Ferdinanda: Sonate für eine Medici-Villa (1982) e Buster’s Bedroom (1991).

Le opere di Rebecca Horn sono ispirate, a suo dire, dalle opere di Franz Kafka e Jean Genet e dai film di Luis Bunuel e Pier Paolo Pasolini.

 

 

© 1970 – Eredi Rebecca Horn / Einhorn 

 

 

© 1972 – Eredi Rebecca Horn / Finger Gloves

 

 

© 1972 – Eredi Rebecca Horn / Pencil Mask

 

 

© 1974 – Eredi Rebecca Horn / Touching the walls with both hands simultaneously

 

 

© 1978- Eredi Rebecca Horn / La dolce prigioniera