Pietro Ruffo
Palazzo delle Esposizioni – Roma
Fino al 16 Febbraio 2025

di Spectrum Web Team
6 Gennaio 202540

Fino al 16 Febbraio, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, sarà possibile ammirare le opere dell’artista romano Pietro Ruffo. L’ultimo meraviglioso minuto, questo il titolo dell’esposizione, rappresenta la più vasta retrospettiva finora dedicata da un’istituzione pubblica all’artista.

Attraverso le sue opere Pietro Ruffo s’interroga sull’impatto dell’uomo sulla Terra, esplorando la legittimità del termine Antropocene e condensando la storia del nostro pianeta e della conoscenza.

La mostra si articola nella grande sala del piano nobile di Palazzo delle  Esposizioni e nelle tre sale adiacenti. Nella sala più grande, Le Monde Avant la Création de l’Homme, un lavoro lungo 21 metri, è inserito nell’installazione immersiva L’ultimo meraviglioso minuto che ricrea l’atmosfera di una foresta primordiale. Al suo interno, i visitatori possono camminare tra le testimonianze di una storia antica offerte dalle opere circolari intitolate De Hortus.

Il percorso espositivo prosegue alla scoperta delle prime tracce umane riproposte attraverso cinque grandi quadri della serie Antropocene Preistoria.

Successivamente, i visitatori prendono coscienza del tempo, immergendosi nella video installazione Il Giardino planetario, realizzata in collaborazione con Noruwei, in cui la preistoria, il presente e il futuro sono raccordati in un unico orizzonte stratificato.

La mostra termina con una riflessione su Roma, vista e sezionata nelle sue varie fasi storiche e geologiche: un palinsesto visivo creato appositamente per la location espositiva, che pone sotto un unico sguardo millenni di evoluzione.

Nelle parole del curatore della mostra, Sébastien Delot, “la capacità del pensiero umano” sta nel “portare improvvisamente alla superficie della coscienza un sapere che apparentemente è precipitato in un fondo senza fine”.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Drago e curato da Sébastien Delot, con contributi del curatore, di Guido Rebecchini, di Rebecca Wragg Sykes e di Sofia Di Gravio.

 

Pietro Ruffo (Roma 1978)

Laureato in Architettura all’Università degli Studi Roma Tre, ha vinto nel 2009 il Premio Cairo e nel 2010 il Premio New York ed è stato titolare di una borsa di ricerca presso l’Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University. La relazione con l’immagine è parte integrante del suo percorso di ricerca che nasce da una serie di considerazioni filosofiche, sociali ed etiche e si sviluppa attraverso una profonda dimensione concettuale dell’arte che deriva dalla sua formazione di architetto.

Il disegno e l’intaglio sono per Ruffo strumenti di una ricerca che analizza dinamiche storiche e contemporanee, dando vita a installazioni che arrivano ad assumere dimensioni ambientali. Le opere si articolano in sovrapposizioni di paesaggi naturali e forme umane, mappe geografiche e costellazioni, geometrie e tracce di scrittura. Ne risulta un lavoro stratificato, dalle molteplici letture visive e semantiche che indaga i grandi temi della storia universale, in particolare la libertà e la dignità del singolo individuo. Negli ultimi anni ha esposto presso importanti musei e istituzioni internazionali tra cui: Biennale di Venezia, Italia; Musei Vaticani, Città del Vaticano; Museu de Arte Contemporânea de la Universidad de São Paulo, Brasile; Galleria Borghese, Italia; Zhejiang Art Museum (ZAM), Hangzhou City, Cina; MUSA Museo de las Artes Universidad de Guadalajara, Mexico;  IA&A AT HILLYER, Washington DC, USA; MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Italia; Galleria Nazionale d’arte moderna, Italy; Museo Nazionale del Bardo, Tunisi, Tunisia; Indian Museum, Calcutta, India; Reggia Contemporanea, Villa Reale di Monza, Italia; Triennale di Milano, Italia; Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano. Ha ricevuto diverse importanti commissioni pubbliche, che lo hanno portato ad espandere il suo lavoro in una dimensione urbana. Nel 2006 Ha realizzato i confessionali della Chiesa del Santo Volto di Gesù a Roma progettata dagli architetti Sartogo e Grenon. Nel 2019-2020 – in occasione del centenario della borgata giardino Garbatella – insieme a cento studenti del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, ha realizzato un lavoro sull’idea di ricostruire, conservare e trasmettere l’eredità culturale dei luoghi, segnando gli spazi urbani stratificati, modellati sull’intero spessore della cultura dei gruppi sociali. Nel 2021 ha realizzato l’opera Migrante, per il Parco dei Daini di Villa Borghese a Roma. Nel 2024 ha realizzato una grande installazione per la 60esima Biennale di Venezia.