© Paolo Ventura
Fino al 3 Novembre, presso il Foyer del MAMbo di Bologna, sarà possibile visitare la mostra Bologna 10 + 1, il nuovo lavoro di Paolo Ventura dedicato alla città emiliana che affonda le sue origini nel precedente progetto Milano per filo e per segno, esposto presso la Weinstein Hammons Gallery di Minneapolis nel 2023 in occasione della quale è stato pubblicato il volume omonimo (Danilo Montanari, 2023).
In Bologna 10 + 1, Paolo Ventura rende omaggio alla città di Bologna. Il suo processo artistico inizia con una fotografia stampata su più pannelli cuciti insieme sui quali Ventura usa la pittura per omettere ed evidenziare le immagini, creando paesaggi urbani spogli che evocano sorpresa e nostalgia.
La fascinazione dell’artista per le forme architettoniche spogliate dal loro vissuto, presenti negli sfondi delle sue Storie brevi (2016), in questo caso, come già in Milano per filo e per segno e ancor prima in La città infinita (2012), con la cancellazione delle superfetazioni travalica l’onirico per soffermarsi sulla dimensione del solido inteso come figura geometrica. I paesaggi urbani rappresentati, ridotti ai minimi termini e privi di pubblico partecipante, perdono sia l’opulenza che la drammaticità, non lanciano segnali o messaggi di alcun genere, ma recuperano semplicemente l’idea del gioco, delle scatole di montaggio, di un luogo dove lo spettatore, a posteriori, può immaginare e figurarsi le sceneggiature che predilige.
La Bologna di Paolo Ventura poco o nulla concede agli stereotipi sulla città, non si manifesta attraverso i suoi luoghi simbolici e quando questo raramente accade i contesti architettonici si trasfigurano perdendo la loro immediata riconoscibilità. La mostra è accompagnata dall’omonimo catalogo a tiratura limitata di trecento copie (Danilo Montanari, 2024) con una nota di Giovanna Pesci.
Paolo Ventura (Milano 1968)
È un fotografo, artista e scenografo italiano, formatori all’Accademia di Belle Arti di Brera. Suo padre, Piero Ventura, è stato autore di libri per bambini negli anni Settanta e Ottanta. All’inizio degli anni Novanta ha iniziato a lavorare come fotografo di moda. In pochi anni ha lavorato con riviste come Elle, MarieClaire, Amica, Vogue Gioiello. A cavallo del passaggio di millennio, dopo dieci anni di carriera, Ventura ha gradualmente abbandonato il mondo della fotografia di moda e si è trasferito a New York per seguire il suo percorso artistico personale. Nel suo studio di Brooklyn ha iniziato a costruire e fotografare piccoli diorami sulla seconda guerra mondiale in Italia, basati sui ricordi e sui racconti della nonna. Questo lavoro nel 2006 divenne il libro War Souvenirs edito da con una prefazione della scrittrice americana Francine Prose. Alla pubblicazione del libro seguì una serie di mostre in tutto il mondo. Nel 2007 la BBC incluse le opere di Ventura nel documentario sulla fotografia The Genius of Photography. Tre anni dopo, diede inizio al suo secondo grande progetto: Winter Stories“, che divenne un libro pubblicato da Aperture con una prefazione di Eugenia Perry. In quello stesso periodo iniziò a lavorare con diverse gallerie a New York e in Europa, seguite da mostre e acquisizioni da musei e istituzioni fotografiche di tutto il mondo. Nel 2010 la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti acquisì una collezione di 142 Polaroid dalla sua serie War Souvenirs e il Museum of Fine Arts di Boston acquisì nella sua collezione permanente una stampa dalle sue Winter Stories. Negli anni successivi creò altri progetti come The Automaton, pubblicato da Dewi Lewis nel 2012 e Behind The Walls edito da Danilo Montanari. Nel 2010 si trasferisce di nuovo in Italia, ad Anghiari, una piccola città della Toscana. Lì, in un vecchio studio in campagna, inizia a lavorare al suo progetto Short Stories usando la sua famiglia come soggetti fotografici. Nel 2016 Aperture pubblica una raccolta di questo lavoro in un librodal titolo omonimo. Nel 2012 il Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) presenta una mostra personale del lavoro di Ventura intitolato Lo Zuavo Scomparso, che diviene anche un libro pubblicato da Punctum. La regista canadese Helen Doyle ha incluso il lavoro di Ventura nel suo film del 2013 An Ocean of Images. Nello stesso anno la televisione svizzera dedica un breve documentario al suo lavoro. Nel 2015, il documentarista olandese Erik Van Empel ha diretto un documentario completo intitolato Paolo Ventura: The Vanishing Man che ha vinto il Prix Italia nel 2016 come miglior film nella categoria TV Performing Arts. Nello stesso anno, Ventura ha iniziato la sua prima collaborazione a teatro, lavorando con il regista Rob Ashford e ha realizzato la scenografia per Carousel di Rodgers e Hammerstein alla Lyric Opera di Chicago. Nel 2018, Ventura ha continuato il suo lavoro a teatro, collaborando con il regista Gabriele Lavia, per creare la scenografia e i costumi per l’opera Pagliaccidi Ruggero Leoncavallo al Teatro Regio di Torino.