Fino al 22 settembre 2024 il complesso edilizio di Santa Maria della Scala di Siena ospita la mostra LUMEN Fonte Gaia di Nino Migliori a cura di Lucia Simona Pacchierotti e in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori di Bologna. In esposizione trentacinque opere inedite del fotografo dedicate al capolavoro scultoreo di Jacopo della Quercia, in un percorso espositivo nel quale il visitatore potrà mettere in relazione le fotografie con le sculture, essendo queste collocate nei locali attigui ai Magazzini della Corticella
Questa serie fa parte del progetto LUMEN che Migliori porta avanti dal 2006, una ricerca sulla luce e la materia che consiste nel fotografare opere scultoree impiegando, come unica fonte luminosa delle candele. Il progetto ha portato Migliori a realizzare una serie di esplorazioni fotografiche di alcuni dei massimi monumenti scultorei italiani tra i quali il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, i leoni e le metope della Cattedrale di Modena, l’Ilaria del Carretto di Jacopo della Quercia, il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino per giungere infine a Siena, alla Fonte Gaia di Jacopo della Quercia.
L’esposizione è corredata di catalogo edito dalla Immedia di Arezzo con testi di Giovanni Fiorentino, Monica Maffioli e Lucia Simona Pacchierotti.
Nino Migliori (Bologna 1926)
Nell’immediato dopoguerra si avvicina al Circolo Fotografico Bolognese e inaugura un’intensa attività che si svilupperà sempre su differenti paralleli canali di ricerca. Fin dall’inizio il suo operare è pregno di molteplici esplorazioni: sperimentazione, fotografia formalista, realista, muri, linee di ricerca che in parte continueranno a caratterizzare il suo lavoro sino ad oggi. A una produzione fotografica vicina alla straight photography affianca sperimentazioni come le Ossidazioni, i Pirogrammi, i Clichés verres, che ne fanno uno dei più interessanti autori post Bauhaus della fotografia mondiale. Le serie di sapore neorealista Gente del sud, Gente dell’Emilia e Gente del Delta raccontano l’Italia degli anni Cinquanta, mentre la serie dei muri e dei manifesti strappati mostra versanti di contatto con la contemporanea ricerca pittorica di area informale. Nel 1977 lo CSAC di Parma gli dedica la prima grande antologica, curata da Arturo Carlo Quintavalle. Questa esposizione segna l’inizio di una collaborazione intensa che vedrà Nino Migliori presente per molti anni nel Comitato Scientifico dello CSAC e attivo nella ricerca e nella segnalazione di archivi e autori per l’incremento delle raccolte dell’Università di Parma, nonché presente con la sua opera in un consistente numero di rassegne organizzate dallo CSAC. Nel 1979 tiene un memorabile corso nell’ambito della manifestazione Venezia 79 La Fotografia, sotto il patrocinio dell’Unesco e dell’International Center of Photography di New York, avente come programma le sperimentazioni off-camera. Nel 1982 Migliori dà vita ad Abrecal – Gruppo Ricerca Percezione Globale, che si riallaccia alla poetica futurista nel senso di rottura degli schemi precostituiti e di libertà di espressione, il nome è infatti l’inverso di Lacerba. Dal 1986 si dedica con frequenza alla didattica in scuole di vario ordine e grado e in istituzioni museali, da Giocafoto (Suzzara 1986) alla serie Luci e tracce (Cavezzo 1996-2002), da Lagorai immaginato (Borgo Valsugana 2004) al laboratorio in fieri con i bimbi del nido del MAST (Bologna 2014-2016). Nel 2016 l’artista decide di istituire la Fondazione Nino Migliori.