Fino al 5 gennaio 2025, presso TAM – Tower Art Museum, sarà in esposizione la mostra Paesaggio ignoto, con i disegni di Emilio Mossa e le fotografie di Piero Percoco.
Un percorso visivo, quello proposto dai due artisti, che va al di là del conosciuto, oltre la tenda del visibile, dove sembra possa celarsi qualcosa di ignoto. Le origini del cosmo e della vita sono così complesse che comprenderle nella loro interezza è compito arduo e, forse, impossibile. L’arte è l’unica risposta praticabile dato che non ci è dato sapere nulla sul cosmo, se non nella misura in cui siamo noi stessi ad attribuirgli un significato.
Del resto, che cos’è l’arte se non l’espressione dei sentimenti più profondi del nostro inconscio? Dare forma ai nostri sentimenti significa ascoltare le nostre cellule, i nostri batteri e le più piccole componenti della materia di cui siamo fatti. Questi sono gli elementi primigeni dell’universo, di cui noi stessi e la natura custodiamo il significato. Questi sono gli elementi che i due artisti provano a mettere insieme per condurci, e forse un po’ svelarci, l’ignoto cui fanno riferimento a partire dal titolo stesso della mostra.
Emilio Mossa (Bari 1991)
Ha studiato da architetto ma avrebbe voluto essere un biologo-naturalista-esploratore del XIX secolo. Attualmente vive a Bari. Ama la natura e prova a descriverla nella maniera più semplice. A volte disegna nella foresta, è apicoltore e un po’ cacciatore-raccoglitore. Tra i libri che più ama si annoverano: Lynn Margulis, Symbiontic Planet; Richard Powers, The Overstory; Stanislaw Lem, Solaris.
Piero Percoco (Bari 1987)
Fotografo autodidatta, il suo percorso è cominciato nel 2012, pubblicando su Instagram fotografie della quotidianità scattate con un iPhone. Con gli anni la fotografia si è trasformata in un lavoro, che l’ha portato a collaborare con varie testate tra cui The New Yorker, New York Times e The British Journal of Photography. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui The rainbow is underestimated (Skinnerboox, 2019).