Lo scorso 12 Febbraio a New York, all’età di 84 anni, è morto l’artista concettuale Mel Bochner.
Bochner era nato a Pittsburgh nel 1940 dove, già al liceo, aveva mostrato un talento precoce riconosciuto con premi agli Scholastic Art & Writing Awards. In seguito studiò Arte alla Carnegie Mellon University, dove s’è laureato nel 1962.
Dopo aver lasciato Pittsburgh, ha studiato filosofia alla Northwestern University vicino a Chicago. Si è trasferito a New York nel 1964 e ha lavorato per un po’ come guardia al Jewish Museum. Nel 1966, è stato reclutato dall’influente critico d’arte Dore Ashton per insegnare Storia dell’Arte alla School of Visual Arts di New York.
Bochner era ebreo e il suo lavoro a volte ha esplorato temi connessi alla sua fede. A partire dagli anni Sessanta, ha sviluppato diverse strategie espositive oggi date per scontate, tra cui l’uso delle pareti della galleria come soggetto dell’opera e l’uso della documentazione fotografica di opere effimere e performative. Come Richard Kalina scrisse in Art in America nel 1996, Bochner fu uno dei primi sostenitori, insieme a Joseph Kosuth e Bruce Nauman, del lavoro di documentazione fotografica in cui l’artista “creava non tanto una scultura quanto un’opera bidimensionale sulla scultura”.
La sua mostra del 1966 Working Drawings And Other Visible Things On Paper Not Necessarily Meant To Be Viewed As Art, esposta alla School of Visual Arts, è considerata una mostra fondamentale per il movimento dell’arte concettuale. In quell’occasione Bochner fotocopiò i disegni di lavoro dei suoi amici, insieme a fatture e documenti vari, per poi riunirli in quattro raccoglitori neri ed esporli su quattro piedistalli.
Alla fine degli anni Sessanta Bochner ha iniziato a realizzare dipinti che spaziano da opere estremamente colorate contenenti parole (come Blah! Blah! Blah!) a opere più chiaramente collegate all’arte concettuale di cui è stato pioniere.
Tra le varie attività svolte, di particolare rilievo è stato il suo insegnamento di pittura e incisione alla Yale University.
