Giovanni Cecchinato
Foyer Sant’Artemio – Treviso
Fino al 25 Ottobre 2024

di Redazione Spectrum Web
14 Ottobre 2024118

In esposizione fino al 25 Ottobre, presso il Foyer del Sant’Artemio della Provincia di Treviso, la personale fotografica di Giovanni Cecchinato dal titolo Intorno alla Tomba Brion. Carlo Scarpa e il paesaggio. realizzata in collaborazione con il FAST-Foto Archivio Storico Trevigiano.

Attraverso questo lavoro, il fotografo veneziano propone la sua personale ricognizione attorno al noto mausoleo di San Vito di Altivole, opera dell’architetto Carlo Scarpa e più conosciuto come Tomba Brion, i cui lavori ebbero inizio nel 1969 per poi concludersi nel 1975. La monumentale tomba fu realizzata su incarico di Giuseppe Brion, fondatore, insieme alla moglie Onorina Tomasin, dalla rinomata azienda Brionvega, conosciuta nel mondo per i suoi prodotti elettronici di design.

Il lavoro fotografico si articola in una serie di dittici che si ispirano alla celebrazione della coppia e del legame dei due coniugi, idea ispiratrice anche del progetto dell’architetto Scarpa. Non manca, secondo il linguaggio ormai ben strutturato e riconoscibile di Cecchinato, anche uno sguardo sul paesaggio che accoglie il sito e sulle persone che, in varie fasi, hanno contribuito alla manutenzione e alla ricostruzione del sacello.

Per questo “monumento” il paesaggio è davvero una componente essenziale. Come scriveva lo stesso Scarpa: <<D’estate è molto bello; volano le rondini […] Questo è l’unico lavoro che vado a vedere volentieri, perché mi sembra di aver conquistato il senso della campagna, come volevano i Brion. Tutti ci vanno con molto affetto; i bambini giocano, i cani corrono: bisognerebbe fare tutti i cimiteri così>>.

Tra le opere più note dell’architetto veneziano, la Tomba Brion, già oggetto di una campagna fotografica di Guido Guidi, si offre quindi al visitatore, oggi anche grazie alle fotografie di Cecchinato, quale moderna “macchina per elaborare il lutto”, di cui un elemento fondamentale è quel rapporto con la campagna asolana il cui “senso” Scarpa – come già letto dalle sue parole – sentiva di essere riuscito a cogliere. Del resto il paesaggio ha rappresentato sempre un termine di confronto fondamentale per Scarpa, le cui esperienze progettuali (molte delle quali in ambito museale) lo misero in contatto con gli artisti del Rinascimento veneto – Bellini, Giorgione, Tiziano – che al paesaggio affidavano un ruolo nuovo e moderno.

 

 

 

Giovanni Cecchinato (Mestre 1961)

La sua ricerca si concentra nella fotografia di architettura/interni e sulle metamorfosi del paesaggio italiano. Ha al suo attivo numerose esposizioni in musei e gallerie d’arte nazionali. Alcune sue fotografie sono conservate in collezioni private e pubbliche e sono state pubblicate in magazine nazionali e internazionali. Affianca l’attività professionale ed artistica con quella di organizzatore e curatore di manifestazioni culturali sulla fotografia in collaborazione con il Centro Culturale Candiani di Mestre. Conduce incontri culturali e di formazione sulla fotografia presso alcuni ordini professionali. È coordinatore del progetto La serena inquietudine del territorio che ha coinvolto finora più di ottanta autori tra fotografi, scrittori, giornalisti, critici, architetti, etc. nella ricerca visiva e nella produzione di una pubblicazione che ragiona sull’evoluzione del paesaggio e dei territori veneti ed italiani. È socio della SISF (Società Italiana per  lo Studio della Fotografia), la più importante comunità nazionale di studiosi su tematiche a carattere fotografico, storico e contemporaneo.

Per maggiori informazioni sul suo lavoro https://www.giovannicecchinato.it/