Gianni Mania
Studio Mania – Scicli
Fino al 20 Ottobre 2024

di Enzo Gabriele Leanza
4 Ottobre 2024236

© Gianni Mania

 

Non solo fotografe al Premio Luce Iblea 2024, perché gli organizzatori hanno voluto dare spazio anche a uno sguardo maschile sull’universo femminile. Nella fattispecie il fotografo “convocato” a far parte di questa squadra di autori in mostra, Gianni Mania, gioca in casa, essendo sciclitano di nascita e ben attivo professionalmente nel suo territorio.

Quella da lui portata, però, non è solo la quota azzurra dello sguardo maschile in mezzo a tanti punti di vista in rosa, ma è anche l’occhio del professionista, formatosi all’estero e poi rientrato in patria per raccontare in primis il suo territorio. In questo caso però Mania non ci parla del comprensorio ibleo, ma allarga il suo campo d’azione oltre il limite naturale di quella costa che ha sempre avuto davanti agli occhi, per “attraversare” il Mar Mediterraneo, al fine di raccontarci delle partecipate storie di donne.

Come lui stesso c’informa il suo long term project Workers – in mostra presso il suo studio/galleria dal 5 al 20 Ottobre – “è un reportage sulle aree rurali del bacino del Mediterraneo, in particolare un’immersione nell’universo del lavoro femminile, dove religione, tradizioni e cultura provocano gap incolmabili, se visti con gli occhi dell’Occidente. Queste zone rurali infatti sembrano impermeabili ai cambiamenti contemporanei e in paesi come Armenia, Albania, Tunisia aleggia una sorta di sospensione temporale”. Uno sguardo su un mondo fatto di coltivazioni, di pascoli, di commercializzazione domestica dei prodotti, di tradizioni culinarie, in una dimensione che a noi non appartiene più, ma che evidentemente ad altre latitudini esiste ancora e continua a caratterizzare l’assetto sociale ed economico. L’operare di Mania però non ha il sapore dell’operazione nostalgia, ma quello della concretezza del reale, ricercato in quegli “altrove” che per molti fotografi, e non solo per loro, assumono la dimensione di un esotico fine a sè stesso e che invece per il fotografo ibleo diventano occasioni d’incontro, o meglio ancora di serie d’incontri, in cui tra autore e soggetti ritratti c’è uno scambio profondo di esperienze. Oltre le immagini Mania ci restituisce anche le sue impressioni di prima mano sulle realtà osservate e vissute e così lui stesso scrive: <<Lungi dall’idealizzare il duro lavoro delle lavoratrici, l’esperienza da me vissuta tra le comunità rurali femminili mi ha restituito un’atmosfera armoniosa, fatta di donne custodi di saperi antichi e tradizioni, ricche di relazioni solidali, assolutamente integrate in un habitat naturale lontano dalla frenesia urbana e indiscusse anime del tessuto economico e sociale>>.

Un’esperienza forte quindi, in cui la fotografia non è, come troppo spesso accade, un atto predatorio finalizzato a riportare in patria reliquie bizzarre di mondi da cui ci sentiamo distanti e che celebrano la nostra superiorità economica e sociale, ma diventa uno strumento di condivisione di esperienze per raccontare con dignità e garbo storie di vita vera, uno strumento utilizzato nella maniera giusta, prendendosi il tempo che compete a un lavoro così articolato e di lunga durata. Non uno sguardo colonialista quello di Mania, bensì uno sguardo umanista potremmo dire, che trova pienamente spazio all’interno dei valori etici condivisi dagli organizzatori del festival.

 

 

 

Gianni Mania (Scicli 1967)

Fotografo professionista attivo, con studio e galleria, nella sua città natale. Tra il 1999 e il 2000 ha frequentato degli stage di fotografia pubblicitaria e industriale presso lo Studio Galliher di Fort Wayne (USA). Nel 2000 ha realizzato la documentazione fotografica su Scicli che ha supportato la candidatura UNESCO del Val di Noto. Ha al suo attivo numerose esperienze editoriali con case editrici nazionali e internazionali (Bernard, Gangemi, Linea d’Ombra, Marsilio, Mondadori, Salarchi, Yuko Edizioni) e collaborazioni con importanti aziende come Planeta e Bayer. Ha pubblicato sue immagini su riviste come Bell’Italia e Ville e Casali e ha collaborato, come fotografo di scena, alle riprese del film Sul set con Piero dedicato al suo concittadino Piero Guccione. Nel 2013 una sua immagine è entrata a far parte della selezione Best photos of the year della Reuters. Nel 2016 ha pubblicato, per Mondadori, il volume Vista mare e nel 2021, per Villaggio Maori, il volume Scicli, sguardi su un sud inatteso. Nel corso degli anni ha realizzato oltre venti mostre personali e ha preso parte a numerose collettive in Italia e all’estero.