Gabriele Basilico
Palazzo Baldelli – Cortona
Fino al 3 Novembre 2024

di Redazione Spectrum Web
16 Ottobre 20246

© Archivio Gabriele Basilico 

 

Nel 1978 Gabriele Basilico partecipa alla collettiva Il margine di libertà / L’oggetto: interpretazioni a confronto concependo un progetto simbolico e ironico. Riflettendo sul rapporto tra l’oggetto-sedia e il corpo umano, Basilico ragiona sull’impronta divertente e grottesca che le sedie a forte texture lasciano d’estate sui corpi dei bagnanti: un vero e proprio negativo “a contatto”, un tatuaggio in rilievo, provvisorio, che si imprime sul corpo, rivelando esteticamente la superficie originale di contatto. L’idea di ricostruire in studio questa sequenza di “marcature” si rivela esilarante e, per renderla più efficace, utilizza la Polaroid bianconero PN55, con una eccezionale resa in termini di nitidezza e morbidezza. Ad aiutarlo, il suo assistente, gli stessi fornitori delle sedie e soprattutto la sua amica che si è prestata a fare da modella.

A distanza di 26 anni, questo lavoro così inusuale per l’idea che si ha del fare fotografico dell’architetto Basilico ritorna in mostra, riproposto dal festival Cortona on the Move al Palazzo Baldelli fino al 3 Novembre, nell’ambito di un progetto curatoriale opera di Paolo Woods che ha messo al centro il corpo in ogni sua forma, declinando il tema in maniera significativa anche grazie a questo piccolo/grande lavoro che viene dal passato.

 

 

 

Gabriele Basilico (Milano 1944-2013)

È stato un fotografo italiano, che ha esordito negli anni Sessanta con fotografie di indagine sociale. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1973, si dedica alla fotografia con continuità. Sul finire degli anni Settanta realizza la prima ricerca importante – Milano. Ritratti di fabbriche – presentata nel 1983 al PAC. Il primo incarico internazionale è del 1984, quando viene invitato a partecipare, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, l’importante progetto di documentazione delle trasformazioni del paesaggio contemporaneo voluto dal governo francese. Da questo lavoro nascono il libro e la mostra Bord de mer. Dopo qualche anno, nel 1990, riceve a Parigi il Prix Mois de la Photo per la mostra e il libro Porti di Mare. Nel 1991 con un importante progetto sulla città di Beirut, devastata da una guerra civile durata quindici anni, la sua notorietà acquisisce un livello definitivamente internazionale. Un primo bilancio sul suo lavoro è oggetto della retrospettiva alla Fondazione Galleria Gottardo di Lugano nel 1994 e del volume L’esperienza dei luoghi. Fotografie 1978-1993. Invitato alla Biennale di Venezia del 1996 con la mostra Sezioni del paesaggio italiano/Italy. Cross Sections of a Country, in collaborazione con Stefano Boeri, riceve il premio Osella d’oroper la fotografia di architettura contemporanea. Nel 1999 pubblica Interrupted City e Cityscapes, con oltre trecento immagini sulle città realizzate a partire dalla metà degli anni Ottanta, da cui seleziona una serie di fotografie per le esposizioni allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Centro Portugues de Fotografia di Porto, al MART di Trento e al MAMBA di Buenos Aires. Nel 2000 svolge un lavoro sull’area metropolitana di Berlino su invito della Deutscher Akademischer Austausch Dienst ed espone Milano, Berlin, Valencia all’Istituto Valenciano de Arte Moderno di Valencia. Riceve inoltre il premio “I.N.U.” (Istituto Nazionale di Urbanistica) per il suo contributo alla documentazione dello spazio urbano contemporaneo. Nel 2002 la GAM di Torino gli dedica una retrospettiva, e nell’ambito di Photo España con il volume Berlin vince il premio per il miglior libro fotografico dell’anno. Nel 2003 partecipa alla V Biennale di Architettura e di Design di Sao Paulo con una mostra in collaborazione con Alvaro Siza, successivamente esposta alla Triennale di Milano e al PAN di Napoli. Nel 2005 pubblica il libro Scattered City, raccolta di centosessanta immagini inedite di città d’Europa. Nel 2006 espone alla Fundação Calouste Gulbenkian di Lisboa e riceve un incarico di lavoro dal Nouveau Musée National de Monaco. In collaborazione con Amos Gitai realizza inoltre una video proiezione sulla città di Beirut. Nel 2006 pubblica il volume Photo Books 1978-2005, che raccoglie e illustra tutti i suoi libri personali e molti dei più importanti libri collettivi a cui ha preso parte. Lo stesso anno, in occasione di una grande retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi pubblica la monografia Appunti di un Viaggio/Carnet de travail 1969/2006. Nel 2007 espone al Palazzo della Ragione di Mantova, all’Ara Pacis di Roma, alla Fondazione Ragghianti di Lucca, alla Pinacoteca Provinciale di Bari. Nel 2007 realizza una grande campagna fotografica sulla Silicon Valley su incarico del San Francisco Museum of Modern Art, dove espone nel 2008, pubblicando il volume Gabriele Basilico-Silicon Valley. Inoltre riceve dalla Fondazione Astroc di Madrid il Premio Internazionale per la Fotografia di Architettura ed espone in quella sede. La mostra è accompagnata dal volume Intercity. Nel 2008 realizza una ricerca sulla città di Roma, presentata al Palazzo delle Esposizioni con il libro Roma 2007. Lo stesso anno presenta una ricerca sulla trasformazione della città di Mosca vista dalle sette torri staliniane, svolta in collaborazione con Umberto Zanetti, alla Cité de l’Architecture/Palais de Chaillot di Parigi. Il volume che raccoglie il lavoro si intitola Mosca verticale. La sua ricerca va sempre più allargandosi alle grandi metropoli del mondo e nel 2010-2011 lavora su Istanbul, Shanghai, Rio de Janeiro, pubblicando nel 2010 Istanbul 05.10, nel 2011 Da Istanbul a Shanghai, sempre nel 2011 Basilico. Rio de Janeiro 2011. Nel 2012 partecipa alla Biennale Architettura di Venezia con il progetto Common Pavilions, ideato da Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener & Diener Architekten di Basilea. Il libro Common Pavilions viene pubblicato nel 2013. Basilico ha sempre intrecciato il suo instancabile lavoro fotografico sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, riflessioni condotte anche attraverso la parola scritta. Il suo pensiero è stato raccolto e sintetizzato nel 2007 nel volume Gabriele Basilico. Architettura, città, visioni, a cura di Andrea Lissoni, mentre nel 2012 ha pubblicato Leggere le fotografie in dodici lezioni. Dopo una grave malattia combattuta per circa un anno e mezzo, muore in un ospedale della sua città natale; viene tumulato nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.