È morto lo scorso 16 Settembre a Tokyo il fotografo e regista giapponese Eikoh Hosoe, noto per le sue immagini nelle quali ha esplorato argomenti come la morte, l’ossessione erotica e l’irrazionalità, utilizzando il corpo per cogliere segreti ed emozioni profonde.
Nato a Yonezawa nel 1933, Hosoe, figlio di un prete shintoista, iniziò a scattare fotografie sin da giovanissimo per poi perfezionare la tecnica presso il Tokyo College of Photography, dove, mentre era studente, dal 1951 al 1954, si unì a Demokrato, un gruppo di artisti d’avanguardia guidato da Ei-Q.
Negli anni ha collaborato con lo scrittore Yukio Mishima e con il ballerino Tatsumi Hijikata, l’ideatore della danza Butoh, con i quali non ha stabilito solo una collaborazione professionale ma anche un profondo legame di amicizia.
Con il primo Hosoe ha creato una serie di immagini oscure ed erotiche centrate sul corpo maschile, conosciute col titolo inglese di Killed by Roses o Ordeal by Roses (Bara-kei, 1961-1962). Le fotografie sono state scattate e ambientate nella casa dello scrittore a Tokyo e sono particolarmente significative perché anticipano il lavoro di Robert Mapplethorpe.
Con il secondo ha realizzato delle riprese durante le prove e gli spettacoli teatrali, ma anche delle messe in scena appositamente create. Da questa collaborazione nel 1969 è nata Kamaitachi, una serie di immagini che fanno riferimento alle leggende legate all’omonima creatura mitologica, tradizionalmente associata al vento. Nelle fotografie di Hosie, Hijikata diviene una sorta di fantasma errante.
A partire dal 1975 Hosoe ha insegnato fotografia in vari atenei e scuole del Giappone, tra gli altri al Politecnico di Tokyo. Inoltre per lungo tempo ha tenuto annualmente un workshop fotografico denominato Naked School Nude workshop e basato sull’assunto che il corpo nudo rappresenta una condizione universale dell’essere umano in grado di superare i limiti di nazionalità, razza e cultura. Dal 1995 è stato anche Direttore del Kiyosato Museum of Photographic Arts.
Nel 1977 Hosoe ha visitato la Sagrada Familia a Barcellona rimanendone folgorato e decidendo di fotografarla alla sua maniera, attraverso l’accostamento con il corpo, inducendo il lettore a immaginare che l’opera dell’architetto spagnolo Gaudì sia dotata di mente, anima e corpo, proprio come un essere vivente. Il lavoro vedrà la luce nel 1983 col titolo di Gaudi no Uchu (Il cosmo di Gaudì).
Tra i premi ricevuti dal fotografo giapponese va menzionato il prestigioso Visionary Award 2006, riconoscimento internazionale assegnato all’interno dei Lucie Awards. Hosoe è stato il primo giapponese a riceverlo e il suo nome compare nell’albo d’oro accanto a quello di mostri sacri come Cornell Capa, Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks e William Klein.
© 1961 – Eredi Eikoh Hosoe / Ordeal by Roses #32
© 1968 – Eredi Eikoh Hosoe / Kamaitachi #39