Daniel Spoerri
1930-2024

di Redazione Spectrum Web
8 Novembre 202465

Lo scorso 6 Novembre a Vienna si è spento, all’età di 94 anni, Daniel Spoerri, danzatore, coreografo e pitture rumeno naturalizzato svizzero.

Era nato nel 1930 a Galati e il suo vero nome era Daniel Feinstein, adottò successivamente il cognome della madre come nome d’arte. Nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre, un missionario della chiesa luterana, fu trucidato dai nazisti e Daniel, insieme al resto della famiglia, fuggi in Svizzera, dove fu accolto a Zurigo dallo zio materno Theophil Spoerri, rettore della locale Università.

Proprio a Zurigo nel 1949 iniziò a studiare danza presso la Zürcher Theatertanzschule e conobbe Jean Tinguely e Meret Oppenheim. Tra il 1952 e il 1954 frequentò dei corsi di danza classica a Parigi e tra il 1954 e il 1957 fu danseur-étoile presso il Berner Stadttheater. Nel frattempo iniziò l’attività di coreografo, di poeta e di regista. In ambito registico mise in scena Il desiderio acchiappato per la coda di Picasso  e la prima assoluta in lingua tedesca di La cantatrice calva di Ionesco.

Nel 1959 si trasferì definitivamente a Parigi, dove entrò in contatto con numerosi artisti, tra cui Jesùs Rafael Soto, Marcel Duchamp e Man Ray. Fondò la casa editrice MAT (Multiplication d’art transformable) e iniziò la sua carriera da artista figurativo. Inventò i tableaux-pièges (Quadri-trappola), incollando su tavole gli oggetti quotidiani ammassati nella sua stanza d’albergo, che acquistano una presenza insolita nel passaggio dal piano orizzontale a quello verticale. Nel 1960 elaborò, con altri, il Manifesto del Nouveau Réalisme. A questo proposito dichiarò: «Io non faccio che mettere un po’ di colla su degli oggetti; non mi permetto alcuna creatività».

La sua prima mostra personale si tenne nel 1961 a Milano e fu curata da Arturo Schwarz. Proseguì nella sua ricerca di trasformazione del reale con i suoi Détrompe-l’œil, del 1963, nei quali gli oggetti della quotidianità stravolgono e mettono in discussione l’immagine alla quale sono connessi: per esempio in La Douche fissò una rubinetteria da stanza da bagno su un quadro che rappresenta un torrente di montagna. Intraprese quindi un’altra linea di ricerca, che lo condusse alla Eat Art. Dopo due anni trascorsi nell’isola greca di Symi, nel 1968 aprì a Düsseldorf il Ristorante Spoerri,  nel quale serviva cibo preparato da lui stesso.

Nel 1970 aprì, nei locali sopra il ristorante, la Eat Art Galerie, che fu anche l’editrice di numerose pubblicazioni sue e di altri artisti. Cominciò anche a praticare la scultura e la sua prima opera (un bronzo) si intitolava Santo Grappa. Altre forme d’arte “derivate” dal ristorante furono i quadri realizzati incollando sulla tavola i resti e i piatti sporchi, così come venivano lasciati dai clienti, le collezioni di ricette di cucina e stravaganti riti gastronomici che diventavano performance.

Evoluzione della Eat Art fu, agli inizi degli anni Settanta, la creazione di nature morte. La scultura lo impegnò negli anni Ottanta, iniziando con Eat Art Festival, mostra interamente dedicata alla Eat Art, presso la Maison de la Culture di Chalon-sur-Saône, città francese dove più di un secolo prima era stata realizzata la prima immagine fotografica da parte di Nicéphore Niépce.

Nel 1983 fu nominato professore d’arte all’Ecole des Beaux-Arts di Brest e alla Kunstakademie di Monaco di Baviera, dove organizzò una serie di conferenze dal titolo Spoerri presents,  cui invitò artisti come Christo, Hermann Nitsch, Jean Tinguely e Roland Topor. Nel 1989 abbandonò l’insegnamento per dedicarsi completamente alla propria creatività.

Dal 1989 visse frequentemente in Italia, prima ad Arcidosso e poi a Seggiano, dove cominciò a costruire un parco-museo in cui raccolse opere proprie e di suoi amici artisti. Nacque così il Giardino di Daniel Spoerri, dal 1997 sotto l’egida della Fondazione Hic terminus haeret – Il Giardino di Daniel Spoerri. L’artista lasciò Parigi per vivere stabilmente nel paese toscano, dal quale, nel 2005, ricevette la cittadinanza onoraria. Nel 1992 ideò un “nuovo ristorante” al centro del Padiglione della Svizzera all’Esposizione Universale di Siviglia e l’anno successivo ricevetteil Grand Prix National de la Sculpture da parte dello Stato francese.

Nel 2007 iniziò a realizzare i primi Faux Tableaux-piège (Falsi Quadri-trappola), tavoli appositamente studiati nella loro composizione, al contrario dei Tableaux-pièges i cui oggetti sono disposti in un ordine puramente casuale. I Faux Tableaux-piège sono creazioni realizzate ad hoc, che traggono ispirazione da determinate persone e sono a loro dedicate.

Nel 2008, dal Comune di Milano, gli venne conferito l’Ambrogino d’oro per i suoi meriti culturali e nello stesso anno ricevette anche il premio culinario Eckhart Witzigmann Preis, riconosciutogli per le sue sperimentazioni nell’ambito della  Eat Art.