Camporesi + Ventura
Galleria Corraini – Mantova
Fino al 30 Ottobre 2024

di Redazione Spectrum Web
29 Settembre 2024123

Architetture dell’immaginario mette in dialogo le immagini di Silvia Camporesi e quelle di Paolo Ventura. I lavori esposti, alla Galleria Corraini di Mantova fino al 30 Ottobre, sono opere che invitano lo spettatore a guardare oltre la realtà così come ci appare e che fanno della sperimentazione e della commistione tra arte e fotografia la propria cifra distintiva.

Fotografa e artista, Silvia Camporesi negli ultimi anni ha dedicato la sua ricerca al paesaggio italiano. In Galleria Corraini propone alcune fotografie di architetture del nostro paese già raccolte in Mirabilia (Corraini, 2023) e alcuni scatti inediti del progetto After. Per After la fotografa romagnola ha individuato alcune fotografie celebri per poi ricrearle con gli oggetti trovati nel magazzino “All’origine” di Imola: un omaggio a grandi fotografi che nasce dall’idea di ragionare sulla composizione, sulla forma e sui colori, mettendo in secondo piano il contenuto. Camporesi parte da fotografie iconiche del XX secolo e lavora per ricrearle attraverso degli oggetti: nascono così fotografie composte due bottiglie da gin che riproducono i piloni di un cancello di Ghirri, vasi composti in modo da ricordare una fotografia di soldati, bottiglie da seltz come bambine.

Per Silvia Camporesi “l’idea di utilizzare questi oggetti all’interno di un nuovo progetto è nata leggendo il libro Figure di Riccardo Falcinelli, una preziosa analisi che ci svela il meccanismo per cui certe immagini funzionano più di altre. È apparentemente un lavoro giocoso, ma realmente si tratta di immagini complesse da realizzare, il cui obiettivo è comprendere il potere della comunicazione attraverso l’armonia di forme e colori. La difficoltà è trovare gli oggetti giusti e comporli in una scena ad hoc”.

Paolo Ventura, l’altro autore in mostra, è un fotografo che utilizza processi ibridi per creare opere al limite tra fotografia e pittura. Nelle opere della serie Milano, in mostra per la prima volta in Italia, l’artista rende omaggio alla sua città natale e alla sua architettura ricca di storia. Utilizzando diversi mezzi – fotografia, pittura e collage – e ispirandosi alla storia italiana del XX secolo e al cinema neorealista, Ventura utilizza vari elementi e tecniche pittoriche per presentare una storia visiva dell’architettura di Milano.

Il suo processo artistico inizia con una fotografia stampata su più pannelli. Dopo averle cucite insieme, Ventura usa la pittura per omettere o evidenziare le immagini, creando paesaggi urbani spogli, surreali, privi di persone, che evocano meraviglia e nostalgia. Attraverso questi ritratti – che saranno raccolti in un libro in uscita ad ottobre 2024 per Corraini – Ventura offre una nuova prospettiva su una città iconica, trasformandola in una metafora visiva della sua creatività e del suo fascino duraturo. Questo paesaggio urbano semplificato e ricostruito evoca un senso di mistero e incoraggia gli spettatori a esaminare le scene più da vicino.

Spiega Paolo Ventura: <<Milano è per me una città disegnata nel cielo da centinaia di cavi e fili che si incrociano, corrono paralleli, si inseguono, girano. Oltre a creare una proiezione astratta della città, questi cavi tengono uniti i palazzi come marionette immobili. Una grande forbice potrebbe tagliare uno di questi cavi e tutto crollerebbe. Milano occupa tutti gli spazi in alto e all’orizzonte ogni spazio viene riempito. Non ci sono vuoti dove immaginare qualcosa d’altro>>.

 

 

 

Silvia Camporesi (Forlì 1973)

È una fotografa e artista visuale italiana, con una laurea in Filosofia, conseguita presso l’Alma Mater di Bologna, alle spalle. Inizia a fotografare nel 2000 dedicandosi alla staged photography. È del 2004 la serie dedicata all’Ofelia del preraffaellita Millais.A partire dal 2011 si dedica al paesaggio italiano, realizzando un progetto su Venezia tra fantasia e immaginazione per reinventare la visione della città. Alcune immagini sono esposte nella mostra collettiva Italia inside out curata da Giovanna Calvenzi nel 2015 a Palazzo della Ragione a Milano. Successivamente ha realizzato una ricognizione dei luoghi abbandonanti in Italia, pubblicata nel libro Atlas Italiae, una selezione del lavoro è entrata a far parte della collezione del MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo di Roma. Nel 2020 ha partecipato al progetto fotografico Italia in attesa, immagini realizzate durante il primo lockdown, promosso dal Ministero dei Beni e alla mostra realizzata dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea e dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, tenutasi a Palazzo Barberini nel 2021, insieme a fotografi del calibro di Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Mario Cresci, Paola de Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo,  Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge. Nel 2020 ha vinto il premio Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Cultura, con un progetto dedicato a Dante in occasione del settecentesimo anniversario della morte. L’opera vincitrice è entrata nella collezione del MAC di Lissone. Nel 2021 ha partecipato alla mostra Essere umane. Le grandi fotografe raccontano il mondo, curata da Walter Guadagnini, presso i Musei di San Domenico di Forlì.

 

 

 

Paolo Ventura (Milano 1968)

È un fotografo, artista e scenografo italiano, formatori all’Accademia di Belle Arti di Brera. Suo padre, Piero Ventura, è stato autore di libri per bambini negli anni Settanta e Ottanta. All’inizio degli anni Novanta ha iniziato a lavorare come fotografo di moda. In pochi anni ha lavorato con riviste come Elle, MarieClaire, Amica, Vogue Gioiello. A cavallo del passaggio di millennio, dopo dieci anni di carriera, Ventura ha gradualmente abbandonato il mondo della fotografia di moda e si è trasferito a New York per seguire il suo percorso artistico personale. Nel suo studio di Brooklyn ha iniziato a costruire e fotografare piccoli diorami sulla seconda guerra mondiale in Italia, basati sui ricordi e sui racconti della nonna. Questo lavoro nel 2006 divenne il libro War Souvenirs edito da con una prefazione della scrittrice americana Francine Prose. Alla pubblicazione del libro seguì una serie di mostre in tutto il mondo. Nel 2007 la BBC incluse le opere di Ventura nel documentario sulla fotografia The Genius of Photography. Tre anni dopo, diede inizio al suo secondo grande progetto: Winter Stories“, che divenne un libro pubblicato da Aperture con una prefazione di Eugenia Perry. In quello stesso periodo iniziò a lavorare con diverse gallerie a New York e in Europa, seguite da mostre e acquisizioni da musei e istituzioni fotografiche di tutto il mondo. Nel 2010 la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti acquisì una collezione di 142 Polaroid dalla sua serie War Souvenirs e il Museum of Fine Arts di Boston acquisì nella sua collezione permanente una stampa dalle sue Winter Stories. Negli anni successivi creò altri progetti come The Automaton, pubblicato da Dewi Lewis nel 2012 e Behind The Walls edito da Danilo Montanari. Nel 2010 si trasferisce di nuovo in Italia, ad Anghiari, una piccola città della Toscana. Lì, in un vecchio studio in campagna, inizia a lavorare al suo progetto Short Stories usando la sua famiglia come soggetti fotografici. Nel 2016 Aperture pubblica una raccolta di questo lavoro in un librodal titolo omonimo. Nel 2012 il Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) presenta una mostra personale del lavoro di Ventura intitolato Lo Zuavo Scomparso, che diviene anche un libro pubblicato da Punctum. La regista canadese Helen Doyle ha incluso il lavoro di Ventura nel suo film del 2013 An Ocean of Images. Nello stesso anno la televisione svizzera dedica un breve documentario al suo lavoro.  Nel 2015, il documentarista olandese Erik Van Empel ha diretto un documentario completo intitolato Paolo Ventura: The Vanishing Man che ha vinto il Prix Italia nel 2016 come miglior film nella categoria TV Performing Arts. Nello stesso anno, Ventura ha iniziato la sua prima collaborazione a teatro, lavorando con il regista Rob Ashford e ha realizzato la scenografia per Carousel di Rodgers e Hammerstein alla Lyric Opera di Chicago. Nel 2018, Ventura ha continuato il suo lavoro a teatro, collaborando con il regista Gabriele Lavia, per creare la scenografia e i costumi per l’opera Pagliaccidi Ruggero Leoncavallo al Teatro Regio di Torino.