© Andy Warhol Foundation
Fino al 16 febbraio 2025 le Gallerie d’Italia di Napoli ospitano la mostra Andy Warhol. Triple Elvis in cui viene proposto un nucleo di opere dell’artista provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, importante raccolta d’arte contemporanea formata tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento e confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.
La mostra intende raccontare l’originale e straordinaria ricerca artistica di Andy Warhol, figura di spicco della Pop Art, a partire da Triple Elvis, celebre opera dedicata a Elvis Presley del 1963, anno in cui l’artista per la prima volta lavora sulla ripetizione dell’immagine in occasione dell’esposizione dedicata agli Elvis Paintings alla Ferus Gallery di Los Angeles. È proprio in quegli anni che Warhol comincia a inserire nelle sue opere personaggi che egli stesso, anticipando i tempi, definisce “famosi”.
Nel percorso espositivo si potrà quindi osservare l’evoluzione dell’artista americano negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta attraverso tre importanti cicli grafici qui ineditamente esposti insieme: Marilyn, Mao Tse-Tung e Electric Chairs.
In mostra anche un ritratto di Warhol: una piccola e delicata opera fotografica di Duane Michals, fotografo americano, in cui l’artista appare e scompare. Concludono il percorso espositivo i due Vesuvius della collezione Intesa Sanpaolo, a testimonianza dell’importante legame che l’artista ebbe non solo con l’Italia, ma soprattutto con la città di Napoli, grazie anche a personalità di spicco come Lucio Amelio che lo coinvolse in una serie di esposizioni fondamentali per la storia artistica della città.
Questa esposizione fa parte del progetto Vitalità del Tempo a cura di Luca Massimo Barbero che propone al pubblico inediti sguardi sulle opere delle collezioni Intesa Sanpaolo.
Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987)
Figura predominante della Pop Art, Warhol, al secolo Andrew Warhola Jr., è stato un pittore, un grafico, un illustratore, uno scultore, uno sceneggiatore, un produttore cinematografico e televisivo, un regista, un direttore della fotografia e un attore statunitense, nato da genitori slovacchi. Warhol mostrò subito il suo talento artistico che lo portò a studiare arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si trasferì a New York. La città gli offrì subito molteplici possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità, lavorando per riviste come Vogue e Glamour. La sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie grazie all’uso della serigrafia. Le sue opere più famose sono diventate delle icone universalmente conosciute. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori (prevalentemente vivaci e forti). Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose le sue bottiglie di Coca Cola) o immagini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell’immagine stessa su vasta scala. La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra, era una provocazione nemmeno troppo velata, del resto, secondo i principi della Pop Art, l’arte doveva essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Ha spesso ribadito che i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tali devono essere riconosciuti: anche l’uomo più povero può bere la stessa Coca-Cola che beve l’uomo più ricco del mondo o quello più famoso. Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas, una femminista radicale, nonché artista frequentatrice della Factory (lo studio di Andy Warhol a New York), sparò a Warhol e al suo compagno di allora, Mario Amaya. Entrambi sopravvissero, nonostante le gravissime ferite riportate da Warhol avessero fatto temere il peggio. Le apparizioni pubbliche di Warhol dopo questa vicenda diminuirono drasticamente: l’artista si rifiutò di testimoniare contro la sua assalitrice e la vicenda passò in second’ordine per via dell’assassinio di Bob Kennedy, avvenuto due giorni dopo. Morì a 58 anni a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea. Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà furono venduti all’asta da Sotheby’s per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Dopo la morte, la fama e la quotazione delle opere crebbero al punto da rendere Andy Warhol il secondo artista più comprato e venduto al mondo dopo Pablo Picasso.