La mostra Il tempo sospeso – The suspended time di Alain Laboile sarà visitabile fino al 4 novembre 2024 presso il Castello Carlo V di Lecce. Questo evento segna la riapertura, dopo il restauro, del Bastione Santa Croce, divenuto oggi nuovo spazio espositivo, e lo proietta in una dimensione internazionale attraverso la mostra fotografica del fotografo francese Laboile.
Organizzata dalla Direzione regionale Musei nazionali di Puglia e dal Movimento Culturale Spiragli, l’esposizione mira a far conoscere agli amanti della fotografia d’autore, e non solo, uno dei più apprezzati fotografi contemporanei attraverso una selezione di 48 fotografie. Tutte in bianco e nero, ad eccezione di tre a colori e un’ampia sezione di immagini in formato digitale, un labirinto visivo e sensoriale.
Sino al 4 novembre la fotografia sarà protagonista a Lecce in una dimensione intima e allo stesso tempo internazionale attraverso la sapiente regia del curatore della mostra Peter Bottazzi.
Ne Il tempo sospeso-The suspended time la solennità delle mura in contrasto con la contemporaneità delle immagini e con la sensazione quasi privata che da esse trapela coinvolgono il visitatore trasportandolo in un tempo perduto, sospeso. Un titolo che lo stesso Laboile ha «trovato molto potente, perché sottolinea che la fotografia ha il potere di influenzare il tempo, di sospenderlo, di allungarlo e di distorcerlo».
Dalle foto di Laboile traspare la gioia vera, reale che esplode mista alla fragilità e alla semplicità degli scatti di famiglia resi immortali. Un’autenticità ormai perduta. Lo spettatore viene riportato indietro nel tempo in una vita piena di gioia e a contatto della natura.
Le immagini esposte fanno parte della raccolta fotografica dal titolo La Famille, inizialmente pensata come un tesoro privato, in cui l’artista documenta quasi quotidianamente la vita atipica della sua grande famiglia e oggi entrata a far parte della collezione del Musée français de la photographie. «La mia fotografia trasmette gioia e amore. La natura, gli elementi e gli animali occupano un posto importante. Mostra una vita semplice e felice vissuta da bambini liberi. Nelle mie foto mi concentro – dichiara Laboile – sulla banalità della vita quotidiana, che, se la si osserva con attenzione, nasconde bellezza ed emozione. L’allestimento al Castello Carlo V ha un sapore particolare per via della collaborazione con l’artista, scenografo e designer Peter Bottazzi».
«Lavorare alla mostra di Alain Laboile – dichiara Peter Bottazzi scenografo e curatore della mostra- è stata un’occasione preziosa per esplorare i meccanismi legati alla sorpresa e alla memoria con quello spirito di avventura e apertura al nuovo così tipico dell’infanzia. L’allestimento offre un’opportunità di riconnessione con il proprio bambino interiore. Stimola il dialogo intergenerazionale e la trasmissione dei ricordi. Il materiale esposto si rinnova sempre attraverso l’uso delle videoproiezioni in una sala immersiva che invita al gioco; completa l’esperienza una colonna sonora composta ad hoc».
«La mostra è il frutto dell’ammirazione per Laboile, per la sua poetica e la sua arte cresciuti nel corso degli anni. La prospettiva di poter condividere i suoi scatti con un vasto pubblico – dichiara Bartolomeo Smaldone, Presidente Movimento Culturale Spiragli – in un contesto così prestigioso, e in una delle città più affascinanti d’Italia, è per me pura gioia di vivere. La medesima gioia di vivere che si manifesta attraverso le fotografie di Alain, le quali colpiscono immediatamente per la loro pedagogia della libertà primordiale e per la loro lontananza da una urbanità che per noi è divenuta sempre più opprimente».
Alain Laboile (Bordeaux 1968)
È uno scultore francese che nel 2004, per documentare i suoi lavori, acquistò una fotocamera con la quale, oltre a fotografare le sue sculture realizzò immagini di macrofotografia. Parallelamente alla crescita della sua famiglia (è padre di sei figli), spostò il suo interesse fotografico verso quest’ultima, divenendo molto noto per le sue immagini di familiari in bianconero, nella quali mostra una vita ai margini del mondo, dove l’atemporalità e l’universalità dell’infanzia si incontrano. Negli anni ha realizzato numerosi libri di successo come En attendant le facteur (2012), La famille (2014), Under the monochrome rainbow (2015), At the edge of the world (2015), La dispute (2017), Quotidian (2017), Aurores (2018), Summer of the fawn (2018), Je sais la faire (2020) e Bizarre (2021).