Fino al 4 Maggio 2025, presso Palazzo Fava a Bologna, sarà visitabile la mostra Who am I? di Ai Weiwei, artista cinese da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani.
Promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae e prodotta da Opera Laboratori in collaborazione con Galleria Continua, l’esposizione è curata da Arturo Galansino.
Come indica il titolo, ispirato da una conversazione dell’artista con l’intelligenza artificiale, la mostra a Palazzo Fava presenta l’artista e il suo universo creativo, in una tensione continua tra tradizione e sperimentazione, conservazione e distruzione. L’impegno e la costante ricerca della verità da parte di Ai Weiwei, che l’ha portato ad essere un perseguitato politico, combinati alla sua capacità di utilizzare una vasta gamma di media per esprimere idee complesse e provocatorie, rende questa mostra un evento fondamentale nel panorama artistico contemporaneo.
Oltre cinquanta opere tra installazioni, sculture, video e fotografie testimoniano la versatilità e la profondità della ricerca dell’artista cinese. Il percorso espositivo termina con la proiezione del film Ai Weiwei: Never Sorry (2012), della durata di 90 minuti.
Ai Weiwei (Pechino 1957)
È un artista, designer, attivista, architetto e regista cinese, figlio del poeta Ai Qing. Si è diplomato all’Accademia del Cinema, per poi dedicarsi successivamente alla pittura. Negli anni Settanta è cofondatore del gruppo artistico Stars. Nel 1980 le autorità di Pechino concessero al collettivo Stars di allestire una mostra alla China Art Gallery: fu la prima esposizione di arte contemporanea in un museo cinese; l’esposizione attirò numerosi visitatori. Nel 1981 si trasferì negli Stati Uniti, paese dove ha svolto la maggior parte della sua attività artistica. Frequentò due prestigiose scuole di design, la Parsons The New School for Design e l’Art Students League. Nel 1988 le sue opere furono esposte alla Ethan Cohen Gallery. Famosa opera di questo periodo è un omaggio a Marcel Duchamp, artista amato da Ai Weiwei: Profile of Duchamp. Sunflower seeds. Si tratta della trasformazione di una gruccia nel profilo dell’artista, all’interno della quale sono collocati dei semi di girasole, un alimento fondamentale per il popolo cinese. Nel 1993 tornò in Cina per stare accanto al padre malato. Collaborò alla fondazione dell’East Village di Pechino, una comunità di artisti d’avanguardia. Nel 1997 è stato cofondatore e direttore artistico dell’Archivio delle arti cinesi (CAAW). Nel 1999 ha iniziato a occuparsi di architettura, fondando il suo studio nella periferia nord di Pechino, a Caochangdi. Nel 2003 fondò un altro studio, il FAKE Design. Sempre in quell’anno realizzò un’altra opera celeberrima, Map of China: una scultura puzzle formata da legni che avevano fatto parte dei templi della dinastia Qing (1644-1911), distrutti dal regime. Nello stesso anno lavorò a vari progetti con gli architetti svizzeri Herzog & de Meuron. Insieme vinsero il concorso per il progetto dello Stadio Nazionale di Pechino e del padiglione della Serpentine Gallery di Londra. Nel 2008 le autorità di Shanghai lo invitarono a costruire a Malu Town uno studio, per rendere l’area una zona per artisti. Nel 2009 il suo blog, aperto nel 2006, venne chiuso dalle autorità. Nel 2010 la giunta municipale di Shanghai stabilì che lo studio di Malu Town dovesse essere chiuso e demolito. L’11 gennaio venne distrutto, ma Ai Weiwei riescì a recuperare parti dell’edificio. Per la sua opposizione al regime è stato recluso per 81 giorni, dal 2 aprile al 22 giugno 2011. La notizia dell’arresto è stata ripresa da tutti gli organi d’informazione mondiali. L’artista è stato confinato in una località segreta, senza che fossero mai state diramate notizie sulle sue condizioni. Durante la detenzione, i principali musei del mondo hanno lanciato in suo favore una petizione online, che ha raccolto l’adesione di migliaia di persone. Scopi della petizione erano di auspicare l’immediata liberazione dell’artista, esprimendo la preoccupazione nel vedere minacciati i diritti e la libertà di espressione in Cina. Solo il 15 maggio 2011 l’artista è stato autorizzato a vedere la moglie Lu Qiong. La consorte è stata condotta nella località segreta di detenzione del marito. Il colloquio, come ha reso noto l’avvocato dell’artista, è servito anche a rassicurare l’opinione pubblica mondiale sulle condizioni dell’artista, che, in base a quanto riportato dalla moglie, non ha subito percosse o torture fisiche ed è stato trovato in buono stato di salute. In particolare, gli sono state garantite cure ricorrenti per le patologie croniche di cui l’artista soffre. Il 22 giugno, a distanza di 81 giorni dall’arresto, l’artista è stato rilasciato su cauzione. La liberazione è avvenuta a ridosso del viaggio del premier Wen Jiabao in Europa. Da allora è costantemente tenuto sotto controllo e gli è stato impedito di espatriare fino al luglio del 2015, quando gli è stato restituito il passaporto. Con l’accusa di evasione fiscale, è stato multato per una cifra di oltre 12 milioni di yuan. Ha ricorso in appello nel giugno del 2012, ma la condanna è stata confermata. Nel 2017 ha diretto il documentario Human Flow presentato alla 74ma Mostra del Cinema di Venezia.