Fino al 6 Novembre il Museo MADRE di Napoli ospita Merging Bodies, la nuova opera video di Adrian Paci, un artista che da sempre interpreta con profondità la riflessione sul rapporto tra essere umano e materia.
Grazie a un’importante committenza privata, la sua vocazione di narratore è messa a confronto con il tema della fabbrica, che Paci, in evocative immagini in movimento, coniuga con un approccio umanistico alla rappresentazione del lavoro.
Al centro di Merging Bodies c’è una profonda riflessione sul rapporto tra l’uomo e il suo ambiente lavorativo. In questa visione, la fabbrica si trasforma in un corpo vivente e complesso, in cui i confini tra uomo e macchina, tra natura e artificio, diventano fluidi.
Il corpo umano e quello industriale si intrecciano in un dialogo continuo, creando un organismo unico, essenziale per la realizzazione dell’opera.
A chiusura del display dell’opera l’8 novembre andrà in scena Sofër, una performance dal vivo accompagnata da una composizione da camera di Admir Shkurtaj, autore della colonna sonora del video.
Adrian Paci (Scutari 1969)
È un artista albanese che vive a Milano dal 2000. Ha frequentato l’Accademia delle Arti di Tirna dal 1987, studiando con Edi Rama (ex sindaco di Tirana e primo ministro albanese) e formandosi su corsi di arte figurativa, gli unici insegnamenti d’arte possibili, poiché imposti dal regime vigente in quegli anni in Albania. Nel 1992 ha frequentato, grazie a una borsa di studio, il corso Arte e Liturgia presso l’Istituto Beato Angelico di Milano. Quando nel 1995 è ritornato in Albania, ha insegnato Storia dell’Arte e Estetica all’Università di Scutari solo per un breve periodo, infatti nel 2000 a causa dei disordini in Albania si trasferisce con la famiglia a Milano. Nel 2006 a Modena è stata inaugurata la sua prima personale italiana all’interno di uno spazio pubblico. La personale giunge dopo l’affermazione alla cinquantunesima edizione della Biennale di Venezia e i numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui i momenti espositivi al PS1 di New York e una presentazione della sua opera al Museum of Modern Art di New York. Nel 2010 ha partecipato al simposio Lost in Translation (da cui poi è nato il Premio Arte, Patrimonio e Diritti Umani) organizzato alla Triennale di Milano da Connecting Cultures. Fra le sue numerose mostre personali si ricorda Vite in transito esposta allo Jeu allo Paume di Parigi (2013), al PAC di Milano (2013), alla Röda Sten Konsthall di Göteborg (2014) e al MAC di Montréal (2014).