Dall’1 Febbraio al 2 Marzo 2025, presso Villa Fiorentino a Sorrento, sarà possibile visitare la mostra fotografica di Antonino Di Maio, La finestra del tempo possibile. Racconti in forme passanti, curata da Giovanni Fiorentino.
Il prestigioso spazio, dagli ambienti luminosi e solari, sede della Fondazione Sorrento, sarà il contenitore del gioco visivo messo in campo da Di Maio che non rinuncia a tutte le possibilità di raccontare la sua città partendo dal suo punto tanto privilegiato quanto unico di osservazione: casa sua.
Proprio dal balcone di casa, affacciato su Piazza Tasso, il fotografo insegue il tempo che scorre e si incarna nella quotidianità lasciando immaginare storie che si trasformano in etica profonda e amore per la vita.
Tutto il rumore della piazza principale della città è filtrato dal doppio vetro della finestra, dalle lenti dell’obiettivo: nell’immagine che cade dentro il mirino dell’apparecchio fotografico c’è silenzio, colore e immaginazione.
Piazza Tasso e le strade che finiscono dentro il cuore della città, Corso Italia e via Correale, i punti di riferimento del luogo, la chiesa del Carmine, la statua di Sant’Antonino, la balaustra che guarda il mare a picco sullo strapiombo tufaceo e l’Hotel Vittoria, i bar del paese, il bar Ercolano e il Syrenuse, lo spazio dove si ergevano i bastioni e la porta principale della vecchia città. In un triangolo teatrale che può diventare – e rappresentare – un universo, come Park Slope a New York, nel racconto di Paul Auster Christmas Story, ma provinciale come può essere provinciale solo Sorrento nel suo essere riconoscibile di fronte al mondo.
Come testimoniato dal curatore della mostra: <<Con Di Maio c’è un universo che si racconta a Sorrento, di mattino o di sera, nella piazza principale della città, per la sua natura incredibilmente promiscua, internazionale e turistica, per la sua identità aperta che naturalmente piove nell’obiettivo della macchina fotografica. Il contesto visivo traccia una geografia feriale e fantastica del luogo: il rosso sul grigio, le foglie degli aranci selvatici, il tombino, il marciapiedi, la statua del santo patrono, le insegne degli esercizi commerciali che circoscrivono la piazza e la vita – il moto – che scorre incessante nel suo alternarsi di ordinario e straordinario, ripetibile e unico, seriale e festivo. I corpi sono in movimento, mosso, rallentato, istanti bloccati: un uomo e una donna abbracciati sotto lo stesso ombrello, due bambini identici in un passeggino spinto dalla madre, il passo svelto dello sportivo in tuta, l’incedere lento della signora anziana che torna dal mercato quotidiano, lo sconosciuto, il turista qualunque e l’amico, il conoscente, il cugino o il fratello, l’ identità che ha bisogno di ritrovarsi continuamente, l’estate e l’inverno scanditi dagli abbigliamenti pesanti o leggeri. Il sole e la pioggia, le serate d’agosto, quando a Sorrento si riversa un mondo e il marciapiedi brulica di un andirivieni incessante, e le serate di gennaio, quando non passa nessuno se non quelli che ogni giorno attraversano questo tratto di strada per andare al lavoro. Alla singolarità delle storie da poter inventare si contrappongono le masse che si spostano, i turisti organizzati, le processioni incolonnate, la folla dei concerti, l’attesa sotto il grande albero di natale, la messa a fuoco puntuale e lo sfocato, lo spettacolo dei saltimbanchi, lo sguardo del bambino>>.
Quella di Di Maio appare quindi come la ricerca della vita in immagine, al cui spaesamento il fotografo risponde con il tempo silenzioso dello sguardo.
Antonino Di Maio (Sorrento 1959)
È un ingegnere, da sempre appassionato dell’immagine fotografica, particolarmente apprezzato a Sorrento per il suo lavoro dedito ad impianti energetici ad alta sostenibilità ambientale. Da ingegnere anomalo, porta avanti la sua ricerca per immagini da oltre quindici anni, in silenzio, dal balcone di casa: con leggerezza, ironia, empatia, distanza e prossimità, cercando di esplorare le pieghe del tempo.