Il 16 Gennaio a Los Angeles s’è spento, a causa di un enfisema, il regista americano David Lynch.
Lynch era nato nel 1946 a Missoula nel Montana e s’era avvicinato alle arti visive attraverso la pittura. Di questo suo periodo da pittore rimangono testimonianze significative nelle collezioni del MoMA di New York e della Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia.
Solo in seguito s’è sviluppato il suo interesse per il cinema, diventando uno dei registi più acclamati e influenti del suo tempo e ricoprendo anche i ruoli di sceneggiatore, produttore, montatore e attore.
All’inizio degli anni Novanta ottenne un successo planetario con la serie I segreti di Twin Peaks, divenuto un fenomeno culturale dall’enorme impatto mediatico. Nel 2017, dopo più di venticinque anni dalla messa in onda della prima stagione, è stata realizzata la serie revival Twin Peaks – Il ritorno, che ottenne consensi e riscontri non solo nel mondo televisivo, ma anche in quello artistico, venendo proiettata anche al MoMA.
Nel corso degli anni ha ricevuto tre nomination agli Oscar come miglior regista per i film The Elephant Man, Velluto Blu e Mulholland Drive. Al Festival di Cannes ha vinto la Palma d’Oro nel 1990 per Cuore selvaggio e il Premio come Miglior Regista nel 2001 per Mulholland Drive. Ha inoltre ricevuto un Oscar e un Leone d’Oro a Venezia come riconoscimenti per la sua carriera.
Per la poliedricità dei suoi interessi, che comprendono anche la fotografia e la falegnameria, è considerato una sorta di artista rinascimentale contemporaneo.
Come scrive di lui Dario Greco, Lynch è una sorta di surrealista che pur partendo da un punto preciso, “una volta messosi al lavoro, lo trasforma in qualcosa di altro”. Un artigiano e al tempo stesso un visionario del cinema, disciplina artistica per la quale ha scritto meravigliose pagine di inquietudine e visionaria bellezza.