Tina Modotti
Camera – Torino
Fino al 2 Febbraio 2025

di Redazione Spectrum Web
11 Novembre 2024312
Screenshot

Fino al 2 Febbraio 2025, presso Camera a Torino, sarà visitabile la mostra Tina Modotti. L’opera a cura di Riccardo Costantini, che mette in luce la straordinaria  produzione fotografica di Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti, detta Tina.

Promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero, la mostra racconta una delle figure più rilevanti della fotografia del XX secolo. Le trecento fotografie esposte a Torino, provenienti da ricerche e prestiti da ben trentadue archivi da tutto il mondo (da Honolulu a San Francisco, da Città del Messico a Mosca, da Udine a Canberra), raccontano la poliedricità, le peculiarità artistiche, l’indole curiosa, partecipe e libera della Modotti, che nel corso di una breve ma intensa carriera è riuscita a catturare in ritratti di vita quotidiana l’intensità e i contrasti dei mondi che ha attraversato, raccontando l’ingiustizia, il lavoro, l’attivismo politico, la povertà, le contraddizioni del progresso e del passaggio alla modernità.

La mostra Tina Modotti. L’opera – accompagnata da un ricco catalogo edito da Dario Cimorelli Editore – è un’esposizione importante anche dal punto di vista documentale, perché raccoglie materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell’artista e fotografie che riscostruiscono anche la prima e unica esposizione che Tina Modotti realizzò nel 1929, importante testimonianza dell’arte della fotografa.

La mostra, inoltre, include un percorso di opere visivo-tattili accompagnate da audiodescrizioni che approfondiscono lo stile e la storia. La selezione comprende sia alcune delle immagini più note sia alcuni scatti meno conosciuti del lavoro dell’autrice.

 

 

Tina Modotti (Udine 1896 – Città del Messico 1942)

È stata una fotografa, un’attivista e un’attrice italiana. Emigrata con la famiglia prima in Austria e poi in America. Approdata a Hollywood poco più che ventenne. Recita in alcuni film muti e si appassiona di fotografia, grazie anche all’incontro con il fotografo Edward Weston.
Tessere relazioni è un aspetto ricorrente della vita della fotografa, che tra Messico e Stati Uniti incontra Diego Rivera, Frida Kahlo, Dorothea Lange e Roubaix de l’Abrie Richey (Robo), pittore e poeta e suo futuro marito: la sua scomparsa e quella del padre nel 1922 segnano fortemente la sua carriera. Partirà per il Messico con Weston per approfondire la conoscenza della fotografia. In questo paese la Modotti affina tecnica e stile, realizzando “fotografie oneste”, libere da virtuosismi, prediligendo l’immediatezza senza rinunciare alla sperimentazione. Nel corso della sua carriera, Tina abbandona lo studio delle nature morte focalizzandosi sempre più sull’essere umano, creando una forma inedita di documentazione sociale-antropologica accompagnata da forti rimandi politici, come gli scatti dedicati alla fiera bellezza delle donne di Tehuantepec (Messico) del 1929, carichi di un intenso messaggio sociale. L’impegno civile evocato dalle sue fotografie si riflette anche nelle sue idee politiche– naturalmente propensa alle cause dei più deboli e mossa da un’impellente necessità di azione – che non a caso nel 1927 aderisce al Partito Comunista Messicano. Tina morì il 5 gennaio del 1942, secondo alcuni in circostanze sospette. È considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, nonché una figura importante e controversa del comunismo e dell’uso politico della fotografia. Sue opere sono conservate nei più importanti istituti e musei del mondo, fra i quali la George Eastman House di Rochester e la Library of Congress di Washington.