Emilio Isgrò
GNAM – Roma
Fino al 31 Dicembre 2024

di Redazione Spectrum Web
29 Ottobre 202461

Fino al 31 Dicembre, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sarà possibile visitare la sala dedicata al lavoro di Emilio Isgrò, “Protagonista 2024” scelto dall’importante museo romano.

Come accade in alcune istituzioni internazionali, anche il museo italiano ha deciso di ospitare un artista per un anno, organizzando una serie di incontri ed esponendo in una sala dedicata una selezione significativa delle sue opere.

L’iniziativa, promossa e organizzata dal Direttore della GNAM Renata Cristina Mazzantini, in collaborazione con l’Archivio Emilio Isgrò, offre l’opportunità al pubblico del museo di interagire con i protagonisti dell’arte contemporanea italiana e di toccare con mano e approfondire il loro lavoro.

La figura di Emilio Isgrò, una delle più autorevoli della cultura italiana, già celebrata alla GNAM con un’importante antologica nel 2013 e presente nelle collezioni del museo, è stata selezionata per il 2024 in occasione dei sessant’anni della Cancellatura: un gesto artistico radicale che ha rivoluzionato il linguaggio dell’arte a livello internazionale. Quello della Cancellatura è il gesto artistico che contraddistingue l’opera di Isgrò: parte dalla parola e sostiene la memoria, ma non ha nulla a che vedere con la cancel culture, che, al contrario, contrasta apertamente.

Per Artista alla GNAM, Isgrò ha creato l’opera Isgrò cancella Isgrò, con la cancellazione di Autocurriculum, il suo romanzo autobiografico, che sarà donata alla al museo.

 

 

 

Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto 1937)

Artista, scrittore e poeta noto per il linguaggio artistico della “cancellatura”. Nel 1956 esordisce con la raccolta di poesie Fiere del Sud. Nel 1964 realizza le prime cancellature su enciclopedie e libri contribuendo alla nascita e agli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale. Isgrò dal 1956 vive e lavora a Milano, salvo dal 1960 al 1967, anni in cui ha vissuto a Venezia come responsabile delle pagine culturali del Gazzettino. Nel 1966, in occasione della personale alla Galleria Il Traghetto di Venezia, pubblica Dichiarazione 1, nella quale precisa la sua concezione di poesia come “arte generale del segno”. Pubblica il libro di poesie L’età della ginnastica. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente ancora nel 1978, 1986 e 1993. Espone con altri artisti alla mostra Contemporanea (1973), curata da Achille Bonito Oliva e allestita nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese a Roma. L’anno seguente esce L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini, candidato al Premio Strega. Nel 1976 tiene la prima mostra antologica delle sue opere allo CSAC di Parma. Nel 1977 è insignito del primo premio alla XIV Biennale d’Arte di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno pubblica il romanzo Marta de Rogatiis Johnson. Nel 1979 presenta alla Rotonda della Besana di Milano Chopin, installazione-partitura per 15 pianoforti. Nel 1982, rappresenta Gibella del Martirio e San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori a Gibellina. Dall’anno seguente e per tre stagioni consecutive rappresenta l’Orestea di Gibellina, trilogia siciliana, al Festival Internazionale delle Orestiadi. Nel 1985 il Teatro alla Scala gli commissiona l’installazione multimediale La veglia di Bach, realizzata nella chiesa milanese di San Carpoforo. Nel 1986 presenta al Museo Civico Archeologico di Bologna l’installazione L’ora italiana, in memoria delle vittime della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto del 1980. Nel 1989 pubblica il romanzo Polifemo, elaborando nello stesso tempo una nuova Teoria della cancellatura. Partecipa nel 1992 alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal MoMA di New York. Nel 1994 è presente alla rassegna I libri d’artista italiani del Novecento alla Collezione Guggenheim di Venezia. Pubblica il romanzo L’asta delle ceneri e torna alla poesia con la raccolta Oratorio dei ladri. Nel 1998 dona al paese natale la scultura Seme d’arancia. Nel 2001, nel complesso di Santa Maria dello Spasimo a Palermo tiene l’antologica Emilio Isgrò 1964-2000. Con Le api della Torah inizia il “ciclo degli insetti”. Nel 2002 pubblica il libro di poesie Brindisi all’amico infame, finalista al Premio Strega e vincitore del Premio San Pellegrino. Nel 2004 crea un’installazione dal titolo Il Padre Nostro delle formiche nell’ambito della manifestazione “Le Opere e i Giorni”, tenutasi nella Certosa di San Lorenzo di Padula a cura di Achille Bonito Oliva. Con il titolo La cancellatura e altre soluzioni raccoglie nel 2007 in volume gli scritti pubblicati su quotidiani e riviste come corredo critico-teorico dell’attività creativa. L’anno successivo il Centro Pecci di Prato realizza l’antologica Dichiaro di essere Emilio Isgrò. Nel 2009 espone al Palazzo delle Stelline di Milano. L’anno seguente si tiene a Marsala la mostra Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie. Nel 2015 crea il Seme dell’Altissimo, una scultura in marmo di sette metri d’altezza, collocata all’interno dell’Expo di Milano. L’anno successivo a Milano viene organizzata una antologica in suo onore realizzata in tre sedi: una mostra personale a Palazzo Reale, l’esposizione della sua cancellatura del ritratto di Alessandro Manzoni alle Gallerie d’Italia e trentacinque volumi dei Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati a Casa Manzoni. Nel 2017 Emilio Isgrò espone a Londra alla Galleria Tornabuoni. Si tratta di una retrospettiva, iniziata a Milano e poi spostatasi a Parigi, che si apre con la cancellatura di ventiquattro volumi dell’Encyclopedia Britannica (opera del 1969). Nel 2018 Isgrò inaugura la monumentale opera Monumento all’Inferno, realizzata appositamente per l’Università IULM di Milano. Nel 2019 apre l’antologica Emilio Isgrò alla Fondazione Giorgio Cini a Venezia, curata da Germano Celant. La mostra è accompagnata da un catalogo-monografia edito da Treccani che include un colloquio tra Celant e Isgrò più una ricca cronologia sulla vita dell’artista. Nel 2020 viene presentata l’opera Colui che sono che arricchisce la collezione d’arte del Quirinale per il progetto Quirinale contemporaneo. Qui Isgrò “cancella” i “provvedimenti per la difesa della razza italiana” pubblicati nella Gazzetta ufficiale del 19 novembre 1938; un monito, nel segno dell’arte, perché gli orrori della persecuzione razziale non si ripetano più e a non dimenticare uno dei periodi più bui della storia contemporanea.