Eduard Angeli
Fondazione Vedova – Venezia
Fino al 24 Novembre 2024

di Redazione Spectrum Web
26 Ottobre 202453

Fino al 24 novembre 2024 la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia presenta, allo spazio del Magazzino del Sale alle Zattere, la mostra Silentium, personale del pittore austriaco Eduard Angeli, a cura di Philip Rylands.

La mostra espone un corpus di 14 opere di grandi dimensioni, tra paesaggi notturni, diurni, interni e costruzioni caratterizzate da un’inquietante immobilità e dall’assenza di figure umane: composizioni dal silenzio assordante, di cui Venezia, per la predisposizione al surrealismo e al simbolismo, è naturale protagonista.

Il 12 novembre 2019 Venezia viene colpita dalla più grave acqua alta registrata dagli anni Sessanta. In quei giorni l’acqua salata inonda anche lo studio al piano terreno della casa dove Eduard Angeli abita da quindici anni. L’avvenimento causa il danneggiamento e la distruzione delle sue opere e lo sconvolge al punto da fargli lasciare la città e rientrare a Vienna. Dopo il doloroso allontanamento, la mostra che la Fondazione Vedova dedica a Eduard Angeli ne segna il ritorno artistico in città.

Nel programma espositivo di Fondazione Vedova, spesso sono poste a confronto la produzione di Vedova e quella di diversi autori – sottolinea il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini – In questo caso, immaginando un dialogo-confronto Angeli-Vedova non sarebbe possibile, a mio modo di vedere, ipotizzare forzate coincidenze e/o sovrapposizioni fra i due artisti. Tuttavia, un dato di fondo li accomuna. Intendo riferirmi a un tema ricorrente in Vedova, cioè lo scontro di situazioni. Uno scontro di situazioni infinito nel percorso umano che, sintetizzato, esprime il contrasto fra il bene e il male, in tutte le accezioni e manifestazioni. In fondo il silenzio di Eduard Angeli sembra un grido-scontro incontenibile che raggiunga tutte le parti del mondo”.

Tra le opere in mostra, Il canale 7 (2007) può essere considerata quella che identifica il senso profondo dell’esposizione che, se da una parte racconta la poetica misterica di Angeli, dall’altra, in qualche modo, è il ponte che lo riporta in Laguna. Altro dipinto dalla prospettiva vertiginosa è Nebbia (2018) con un punto di fuga centrale: la veduta potrebbe essere quella delle Zattere lungo il canale della Giudecca, con il Redentore in fondo, ma non è questo quello che conta, perché il vero soggetto è l’ignoto, rappresentato dalla nebbia, e l’ignoto più grande, l’al di là.

Le opere selezionate dal curatore gettano luce su molti aspetti del lavoro dell’artista, dalla scomparsa della figura umana alla tensione simbolista generata da atmosfere stranianti, figlie delle più ispirate opere di Giovanni Segantini o Caspar David Friedrich, come ne La Lanterna (2023).

Davanti alle opere di Angeli, il vuoto, l’architettura spogliata di qualsiasi dettaglio e lo straniamento degli oggetti, portano l’osservatore a chiedersi dove sia la realtà, mettendo l’artista nel solco della pittura metafisica di Giorgio de Chirico. Tra le “strategie simboliste” di Angeli emerge il dettaglio dell’altoparlante (2012), costante del suo vocabolario dal 1998, che ha la stessa silenziosa eloquenza dei manichini di de Chirico e che, inserito in un contesto paesaggistico come unica traccia di vita umana, sintetizza quel senso di perdita che l’artista associa a città come Venezia e Vienna, vestigia di grandi imperi del passato.

“Osservare un dipinto di Eduard Angeli è come entrare in un sogno – sottolinea Philip Rylands – Ci pare di riconoscere il posto, ma qualcosa non torna. Che sia Venezia, San Pietroburgo o Istanbul, la topografia è talmente estraniata, l’atmosfera così rarefatta e la solitudine così oppressiva che è come essere trasportati in un mondo parallelo”.

Nelle opere esposte risulta evidente come Venezia rimanga, nell’immaginario di Angeli, la protagonista assoluta, capace di nutrire la sua ispirazione con le forme dissolte nella luce e il rigore geometrico della sua topografia irregolare: una città capace di attivare quel viaggio poetico fatto di pensiero, simboli e idee, che raccontano tutte le sue opere.

 

 

 

Eduard Angeli (Vienna, 1942)

Vive e lavora in Austria e a Venezia. Figura di primo piano nel panorama artistico contemporaneo austriaco, ha studiato pittura e didattica dell’arte all’Akademie der Bildenden Künste di Vienna, con il professor Robin Christian Andersen, e Storia dell’Arte all’Università di Vienna. Nel 1965 consegue la laurea e l’abilitazione all’insegnamento e si trasferisce a Istanbul, dove insegna come professore presso l’Accademia di Arti Applicate fino al 1971. Ritornato nella sua città natale, presenta le sue opere in numerose mostre in tutta Europa. Nel 2003 l’artista ha ricevuto l’Ordine d’Oro al Merito austriaco. Molti dei suoi dipinti sono esposti al pubblico in rinomate istituzioni austriache, come la Banca nazionale austriaca e l’Università di Salisburgo. L’Albertina di Vienna ha dedicato ad Angeli una grande mostra nel 2017.