Maurizio Berlincioni
Palazzo Baldelli – Cortona
Fino al 3 Novembre 2024

di Redazione Spectrum Web
15 Ottobre 202440

Nel 1982 Maurizio Berlincioni pubblica in mille copie un libro poi diventato celebre e raro: Fotocoppie. Per tre mesi fa posare, sul famoso divano a forma di bocca di Studio 65,  quaranta coppie di amici e conoscenti. I soggetti sono ritratti tutti seguendo lo stesso schema: seduti frontalmente, con le mani sulle ginocchia, lo sguardo verso la macchina fotografica, l’espressione neutra, e nudi. Il libro è rilegato solo ai lati: sfogliandolo, le coppie diventano interscambiabili, offrendo allo spettatore infinite possibilità di creare nuove combinazioni. In questo modo le coppie fiorentine (alcune molto note nella Firenze di allora) diventano un mazzo di carte da mescolare a piacimento, giocando sull’idea di fedeltà, di orientamento sessuale e di mistero.

Quello che stupisce ancora oggi del lavoro di Berlincioni, oltre alla sua originalità e alla sua carica dirompente, è quanto la normalità dei corpi nudi sia celebrata in forma non voyeuristica.

Questo “gioco” è messo mirabilmente in scena in quel di Palazzo Baldelli a Cortona fino al 3 Novembre, dove gli organizzatori di Cortona on the Move 2024 hanno riproposto il libro in mostra con una possibilità di interazione con il processo creativo di Berlincioni. In una sala annessa a quella espositiva è stata posta una replica del mitico divano disegnato nel 1971, su cui il pubblico, se vuole, può fotografarsi nella maniera che più preferisce per poi appendere il risultato al muro, per contribuire a comporre un percorso visivo sempre vivo e sempre nuovo.

 

 

 

Maurizio Berlincioni (Firenze 1943)

S’è avvicinato alla fotografia alla fine degli anni Sessanta attratto dalla scena socio-politica del movimento giovanile. Ha lavorato come fotogiornalista per numerose testate nazionali. Con Isle of Dogs, lavoro sui portuali dell’East End di Londra, ha dato inizio alla sua ricerca sul rapporto fra le persone e il contesto in cui vivono, dando vita a lavori sulla middle class americana, grazie a un soggiorno di sei mesi in California, e sulla comunità cinese a Firenze. Ha realizzato dei lavori anche in Cina e in Libano. Il libro Fotocoppie rappresenta una parentesi “ludica” all’interno della sua produzione fotografica. Fino al 2010 ha insegnato Fotografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze.