Paolo Monti
Galleria del Carbone – Ferrara
Fino al 20 Ottobre 2024

di Redazione Spectrum Web
10 Ottobre 202481

Definito da Italo Zannier come maestro fondamentale della fotografia italiana del dopoguerra, Paolo Monti  è noto in particolare per le sue foto di architettura. Nel 1974, su incarico del Comune di Ferrara, Monti fu il protagonista del censimento fotografico dell’intero centro storico, documentandolo con oltre 3000 scatti. La città svuotata dalle auto, ripulite le strade, risulta immortalata nella purezza dei suoi spazi urbani. In collaborazione con il Comune, l’Accademia d’Arte Città di Ferrara APS organizza un’esposizione fotografica – fino al 20 Ottobre presso la Galleria del Carbone –  con immagini che possono essere viste per la prima volta dopo 50 anni.

Nella sala principale, si propone una selezione di foto scattate da Monti a Ferrara. Di forte impatto sono le riproduzioni in grande formato (70×100 cm) esposte nel 1974 nella mostra Vitalità del centro storico. L’esposizione è arricchita da stampe fotografiche provenienti dalla Fototeca Comunale, che documentano i vicoli e gli spazi del nucleo medievale, i cortili e giardini al di là dei muri. La seconda parte della mostra racconta la presenza di Monti a Ferrara: foto di backstage, dispense di corsi di fotografia tenuti agli insegnanti, scatti originali con dedica, libri contenenti sue foto. Di particolare interesse, il video prodotto da Paolo Ravenna, per 25 anni Consigliere Nazionale di Italia Nostra, che riprende l’amico fotografo all’opera.

 

 

 

Paolo Monti (Novara 1908 – Milano 1982)

È stato un fotografo italiano noto per le sue foto d’architettura. Italo Zannier lo definì “un maestro fondamentale della fotografia italiana del dopoguerra: autore e teorico, nonché storico e insegnante”. Il padre Romeo era un fotografo dilettante e Monti trascorse l’infanzia e la giovinezza tra le lastre e i pesanti apparecchi dell’epoca. Dopo gli anni passati spostandosi con la famiglia tra le piccole città dove il padre veniva trasferito dalla banca in cui lavorava come funzionario, Monti si stabilì a Milano per frequentare l’Università Bocconi, dove si laureò in Economia politica nel 1930. Nel 1936, sposò Bice Binotti e fu assunto alla Montecatini. Nel 1939 fu trasferito a Mestre e vi rimase fino al 1945, quando decise di lasciare l’azienda a causa di alcune agitazioni legate alla fase finale del regime fascista. Grazie all’aiuto di un amico fotografo trovò lavoro al consorzio agrario regionale e si trasferì a Venezia. Parallelamente all’attività professionale, Monti, a partire dagli anni Venti, si dedicò con sempre maggior devozione alla fotografia. Nel 1947 con alcuni amici fondò il Circolo Fotografico La Gondola, di cui fu la principale guida intellettuale, che nel giro di pochi anni si impose sulla scena internazionale come gruppo d’avanguardia. Nel 1953, forte delle collaborazioni avviate con alcune note riviste di architettura e design, Monti decise di cambiare lavoro e ritornare a Milano per dedicarsi alla fotografia. Nel capoluogo lombardo spese la sua vita professionale documentando in particolare la trasformazione urbana della città nel dopoguerra (tra cui il quartiere QT8, le nuove case popolari di San Siro e il grattacelo Pirelli), i musei civici del Castello Sforzesco e le esposizioni della Triennale, dando vita a una feconda attività editoriale: oltre ai servizi pubblicati sulle riviste, le sue foto concorsero a illustrare più di 200 volumi su regioni, città, artisti e architetti. Negli anni Sessanta, come esponente significativo della realtà culturale legata alla fotografia, Monti fece parte di una fitta rete di relazioni che gli portarono notevoli fortune anche in ambito lavorativo. Nel 1965 si dedicò a un vasto censimento fotografico (il più ampio mai concepito in Europa) delle valli appenniniche e dei centri storici delle città dell’Emilia Romagna, che lo impegnò per oltre dieci anni, con un incarico pubblico sotto la direzione di Andrea Emiliani. Nel 1979 fu chiamato a collaborare con Einaudi alla realizzazione dell’apparato iconografico della Storia dell’Arte Italiana. Nel 1970 co-organizzò la mostra Bologna Centro Storico, intesa a promuovere una proposta di variante al piano regolatore per il centro storico. Monti continuò, in parallelo all’attività professionale, una intensa attività di ricerca e sperimentazione artistica, anche con produzione di fotomontaggi e chimigrammi. Attivo anche nel campo della didattica, Monti insegnò Tecnica della Fotografia alla Società Umanitaria di Milano dal 1964 al 1966. Quattro anni più tardi accettò la cattedra di Tecnica ed Estetica dell’Immagine presso il DAMS dell’Università di Bologna. Nel 1980 ricevette da Presidente della Repubblica Sandro Pertini il Premio Nazionale Zanotti Bianco per il suo “contributo decisivo ad affinare le coscienze e diffondere le responsabilità per il restauro conservativo delle nostre città storiche”. Dallo stesso anno Monti si dedicò al censimento del Lago d’Orta e della Val d’Ossola. Monti morì a Milano nel 1982, all’età di 74 anni, dopo una breve malattia.