Antonella Monzoni
Palazzo Spadaro – Scicli
Fino al 6 Ottobre 2024

di Enzo Gabriele Leanza
19 Settembre 2024262
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© Antonella Monzoni

 

Ci siamo dopo tanta preparazione è scoccata l’ora X per il Premio Luce Iblea 2024 di cui Spectrum Bookzine di Cultura Fotografica, Spectrum Web e The Dead Artists Society sono partner attivi.

Domani la serata inaugurale con tanti momenti importanti tra i quali spicca la consegna del Premio alla fotografa modenese Antonella Monzoni, che per l’occasione presenterà al pubblico ibleo una personale dal titolo La bellezza silenziosa, esposta fino al 6 Ottobre presso Palazzo Spadaro a Scicli.

Nel breve testo finale che chiudeva l’intervista realizzata nel 2019 con Antonella Monzoni, pubblicata su Spectrum #2, scrivevo: <<speriamo di incontrarla nuovamente in uno dei luoghi che la Fotografia ci metterà a disposizione>>. Frasi del genere possono apparire come espressioni di circostanza e/o auspici che poi quasi mai si concretizzano. Con Antonella però è stato diverso, sia perché ci siamo incontrati personalmente più volte in vari festival fotografici in questi anni – occasioni in cui lei era spesso impegnata non solo come fotografa ma anche come vicedirettrice di Gente di Fotografia – sia perché lei ha accettato con gioia e generosità l’invito a ricevere il Premio Luce Iblea 2024, regalandoci la possibilità di conoscerla meglio come persona e come artista.

Antonella non è arrivata alla fotografia in giovane età, ma ha scoperto questa sua passione e l’ha messa bena fuoco dopo i quarant’anni. Questa partenza ritardata però non le ha impedito, grazie alla sua sensibilità umana e alle sue grandi capacità, di emergere sin da subito nel panorama nazionale, vincendo premi importanti come quello di Savignano Immagine 2003.

La narrazione è sempre stata al centro della sua ricerca, non una fotografa che lavora quindi per immagini singole, peraltro bellissime, ma un’autrice che ha sempre visto nella serie la possibilità di dipanare un racconto più articolato e pregno di significato. La maggior parte di queste sequenze fotografiche – con la sola esclusione forse di quelle realizzate nell’ambito dei lavori di ricerca condotti con il collettivo Sinap(see) di cui è membro attivo e di poche altre – hanno avuto per protagoniste le donne, viste e raccontate in luoghi lontanissimi, spesso di difficile accessibilità, con un garbo, un rigore e una sensibilità che pochi altri fotografi hanno dimostrato. Chi meglio di lei quindi poteva rappresentare la fotografa simbolo di questo premio? E di questa ferrea certezza gli organizzatori ne abbiamo avuto prova con la serie di immagini proposte.

Protagoniste delle sue fotografie sono delle donne provenienti da paesi islamici dove la legge impone loro l’uso del velo. Quello di Antonella non è però uno sterile attacco, come spesso accade quando si toccano certi argomenti, a un’altra tradizione religiosa, bensì una convinta affermazione di libertà. La stessa fotografa in merito scrive: <<Nessuno deve impedire a una donna di camminare per strada velata o non velata, lo stesso se indossare o non indossare una croce. Come non devono esistere leggi che impediscono di indossare il velo o il burqua, la dignità della donna va rispettata. Il velo può essere accettato e addirittura rivendicato. Può rappresentare semplicemente un gesto religioso, un simbolo di rispetto verso la tradizione, un atto provocatorio. Può essere tutto. Ma deve essere la donna a scegliere. Una libera scelta, sempre e comunque accompagnata dalla bellezza, una bellezza silenziosa>>.

 

 

 

Antonella Monzoni (Modena 1960)

Inizia a fotografare dopo i quarant’anni dedicandosi sin da subito alla fotografia di reportage in giro per il mondo. Numerose sono le sue serie fotografiche realizzate in quattro continenti. Nata come bianconerista ha successivamente iniziato ad apprezzare la fotografia a colori. Sin dalla sua fondazione fa parte del collettivo fotografico Synap(see) con il quale ha realizzato numerosi lavori sul territorio italiano. All’attività di fotografa affianca quella di editore, ricoprendo il ruolo di Vice Direttore di Gente di Fotografia, prestigiosa rivista fotografica italiana. Nel corso degli anni ha vinto numerosi premi in occasione di festival con lettura portfolio e ottenuto importanti riconoscimenti alla carriera tra i quali ricordiamo l’Autore dell’Anno FIAF (2010), il Premio Internazionale di Fotografia Scannoì dei Fotografi (2016) e l’MFI – Maestro della Fotografia Italiana (2018). Nel 2016, con il libro Ferita Armena, ha vinto il prestigioso Premio Bastianelli. Ha al suo attivo numerosi libri fotografici come Donne di Scanno Oggi (2016), Ferita Armena (2015), La bellezza silenziosa (2013), Madame (2011), Il delicato sentimento del vedere (2010), Lalibela (2005) e Benedic Anima Mea (2003).