Lorenzo Castore
MACRO – Roma
Fino al 25 Agosto 2024

9 Agosto 202493

 

Il sospetto del paradiso è la prima mostra che un’istituzione museale dedica alla poeta Patrizia Cavalli, figura cardine della poesia italiana del secondo Novecento, la cui casa romana è stata un importante luogo di incontro per l’ambiente culturale della capitale. Il progetto espositivo permette di conoscere, attraverso oltre duecento fotografie di Lorenzo Castore, la casa di Via del Biscione vicino a Campo de’ Fiori, dove Cavalli ha vissuto per quasi cinquant’anni. Le fotografie su pellicola a colori e in bianconero sono state scattate due mesi dopo la morte della poetessa e poco prima che la casa venisse smembrata. Documentano per l’ultima volta gli interni disabitati in una sequenza di scatti che da una scala ambientale si focalizza su oggetti, mobili, ritratti, manoscritti, opere di artisti, spesso amici, collezionati da Cavalli nel tempo. Viene restituito così il suo mondo domestico attraverso una fotografia di dettaglio dalla qualità materica.

Una selezione di dattiloscritti e manoscritti rivela l’utilizzo della Cavalli di una raffinata tecnica poetica e di un lessico d’uso quotidiano composto da strutture metriche classiche che le permettono di condensare — con arguzia epigrammatica, attitudine riflessiva e ironia — i misteri dell’esistenza, portando il lettore di fronte all’apparizione poetica.

La mostra riunisce anche i progetti editoriali nei quali Cavalli ha collaborato con artisti visivi o ha presentato scritti sull’arte. Sono saggi per cataloghi di mostre, poesie o prose dedicate ad artisti o utilizzate da questi come evocazioni, edizioni limitate che prendono forma accostando parole e opere, tutte pubblicazioni nate da incontri e amicizie.

Viene inoltre mostrato il processo impiegato dalla poetessa per l’annotazione, la costruzione, la limatura e la pubblicazione delle poesie che alterna la forma manoscritta e dattiloscritta e restituisce l’accuratezza metrica e la ricerca stilistica e musicale anche di componimenti brevi e semplici.

Infine nel video di Gianni Barcelloni dalla serie Il navigatore. Ritratti di scrittori, Patrizia Cavalli legge le sue poesie attraversando la propria casa, e insieme al regista riflette sulla vita, la noia, l’amore, la morte, la felicità e l’infelicità. Al centro della sala, una teca mostra in maniera randomica centocinque ritagli di carta con annotati liste della spesa e pensieri della poetessa.

 

Patrizia Cavalli (Todi 1947 – Roma 2022)

Esordisce nel 1974 con la prima raccolta Le mie poesie non cambieranno il mondo edite da Einaudi. L’esordio letterario è favorito dall’incontro durante i suoi studi di filosofia con Elsa Morante, che ne riconosce la vocazione poetica e la introduce nel mondo artistico di quegli anni: diviene amica tra gli altri di Giorgio Agamben, Ginevra Bompiani, Alfonso Berardinelli, Bice Brichetto, Carlo Cecchi e Angelica Ippolito. Biancamaria Frabotta la inserisce nell’antologia Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi (Savelli, 1974)Successivamente usciranno i volumi di poesie Il Cielo (Einaudi, 1981) e L’io singolare proprio mio (Einaudi, 1992) che verranno riuniti insieme al titolo dell’esordio nella raccolta Poesie. 1974-1992 (Einaudi, 1992)Seguono le pubblicazioni Sempre aperto teatro (Einaudi, 1999), La guardiana (Nottetempo, 2005), Pigre divinità e pigra sorte (Einaudi, 2006), La patria (Nottetempo, 2011), Al cuore fa bene far le scale (con Diana Tejera, Voland, 2012), Datura (Einaudi, 2013), Flighty matters (Quodlibet, 2017), Con passi Giapponesi (Einaudi, 2019) e Vita meravigliosa (Einaudi, 2020).

 

 

Lorenzo Castore (Firenze 1973)

Dopo un’infanzia movimentata, segnata da continui cambiamenti di casa e di contesto e un’adolescenza guidata dall’ossessiva necessità di trovare la sua strada, nei primi anni Novanta s’imbatte nella fotografia, che, come viaggio nel mondo esteriore e interiore, si addiceva alla sua natura. Da allora, ha lavorato con passione, irrequietezza e dedizione, continuando a cercare una tensione emotiva che portasse un senso di meraviglia. A 19 anni si trasferisce a New York dove lavora presso l’ufficio di produzione di programmi TV di Bob Seligman e inizia a fotografare per strada. Nel 1993 torna a Roma dove comincia a studiare Giurisprudenza e nel frattempo fotografa la Stazione Termini e il campo rom Casilino 700. Nel 1997 viaggia per l’India con gli amici Giorgio Mortari e Saverio Costanzo. Nello stesso anno, la mostra Exils di Josef Koudelka gli provoca un’impressione profonda e forte, cambiando la sua prospettiva e convincendolo a dedicarsi esclusivamente alla fotografia. Nel 1999, subito dopo la laurea in Giurisprudenza, va in Albania e Kosovo dove fotografa gli anziani serbi imprigionati in un monastero ortodosso sotto assedio. Ritorna con una frustrante sensazione di disillusione riguardo alle notizie e al fotogiornalismo. Decide di non andare più dove le cose stanno accadendo – almeno non prima di aver capito di più su se stesso e sulle sue spinte interiori – ma dove le cose sono accadute. Primo viaggio in Slesia, Polonia. La sua base è Gliwice, la città dove Hitler attaccò la stazione radio provocando l’inizio della seconda guerra mondiale. Nel 2000 torna in Slesia dove fotografa soprattutto nelle miniere di carbone e in India dove fotografa le rotte per il fiume Gange e le sorgenti dei suoi affluenti. Nel 2001 è di nuovo in India per il Maha Kumbh Mela, poi in Slesia e a New York dove fotografa Ground Zero e l’impatto dell’11 Settembre. Entra a far parte dell’agenzia Grazia Neri. Inizia a documentare la costruzione di molti edifici per il prestigioso studio di architettura Gregotti Associati International. Incontra Michael Ackerman a Milano. Nel 2003 oncontra Christian Caujolle e si unisce all’Agence/Galerie VU’. A Parigi, tra gli altri, incontra Anders Petersen e Stanley Greene che hanno un forte impatto su di lui, sia a livello umano che fotografico. Lavora su Nero (primo libero fotografico pubblicato da Federico Motta) nella Sardegna sud-occidentale. Vince il Mario Giacomelli Award. Inizia a tenere regolarmente workshop, attività che continua regolarmente fino a oggi. Nel 2005 vince il Leica European Publishers’ Award. Il libro Paradiso è pubblicato da sei editori europei. Nel 2006 si trasferisce a Cracovia e comincia a viaggiare e a lavorare in giro per l’Europa. Verso la fine del 2011, il suo migliore amico Giorgio Mortari muore improvvisamente. Questo evento drammatico ha cambiato la sua vita e il suo rapporto con il tempo.  Nel 2015

fotografa la casa della nonna subito dopo la sua morte e lavora anche allo sviluppo di Luz Network e Agency. Dopo anni di preparazione inizia a lavorare a Glitter Blues, un lavoro su una comunità queer a Catania, in Sicilia: ci va quattro volte all’anno per lunghi soggiorni. Nel 2018 continua il suo lavoro fotografico a Catania sul suo gruppo di amici queer nel quartiere di San Berillo. È incluso nelle storiche mostre collettive 100 Years of Leica e Eyes Wild Open. Ritorna in India dopo 17 anni e lavora lì con Michael Ackerman a un progetto congiunto ancora in corso. Nel 2023 è invitato a Sète dal festival Images Singulieres per realizzare un prestigioso lavoro di residenza sul territorio curato da Christian Caujolle.