Sabato 15 Giugno è stata inaugurata presso la Galleria Civica d’Arte Pippo Giuffrida di Misterbianco (CT) la personale La terra metafisica di Attilio Scimone.
L’autore espone alcuni dei suoi progetti fotografici realizzati secondo il genere metafisico e l’apporto di interventi quali il viraggio, la graffiatura e la tecnica del grignotage.
La mostra organizzata dall’Associazione Fotografica Camminare Camminare Camminare, presieduta da Santo Palmeri, è accompagnata dai contributi critici di Giuseppe Cicozzetti e Andrea Guastella e sarà visitabile fino al 24 giugno.
Orari d’apertura:
Sabato e Domenica ore: 10:00-13:00 e 16:00-20:00
da Lunedì a venerdì ore: 16:00-20:00
Attilio Scimone (Riesi 1951)
Inizia a fotografare nei primi anni del 1970 durante gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Palermo. In quegli anni segue con molto interesse un corso del filosofo Rosario Assunto sull’Estetica del paesaggio proprio nel momento in cui stava sviluppando specifici temi sull’architettura e sul rapporto tra città e paesaggio. Il percorso universitario è stato fondamentale per la sua preparazione specifica nel linguaggio estetico che negli anni a seguire riguarderà le tematiche e le complessità del territorio siciliano in tutte le sue contraddizioni.
Fin da subito stampa personalmente le fotografie in bianco e nero esplorando, oltre i molteplici aspetti tecnici ed estetici della ripresa, le possibilità creative della chimica fotografica. Lavora su diversi progetti utilizzando come elemento espressivo la fotografia e la stampa in bianco e nero.
Negli anni e sino al 2000, oltre a dedicarsi all’insegnamento della fotografia presso specifici istituti di formazione professionale, si dedica alla sperimentazione fotografica, cercando di sfruttare al massimo le risorse estetiche che possono fornire dei prodotti chimici per lo sviluppo e la stampa della fotografia. Oltre alle sperimentazioni che riguardano il transfer su foto delle Polaroid, per le sue immagini utilizza tecniche di viraggio e variazione dei toni come solfurazione, pirocatechina, viraggi all’oro, al ferro, al selenio, platinum.
La ricerca su cui si è impegnato più a lungo è il grignotage; la questione tecnica si risolve in un concetto molto semplice: ottenere il rigonfiamento della gelatina nelle parti non esposte dell’immagine in modo da poterla asportare o “muoverla” sino ad arrivare al supporto cartaceo. Con questa modalità viene realizzata una serie con stampe di vari formati, sino alle dimensioni di 80×120 cm. Tutta la ricerca fotografica riguardante queste tecniche viene esposta soltanto dal 2002 in poi.
Da qui in avanti il suo percorso sarà totalmente dedicato al segno della materia e della luce.
Nascono così: La Terra metafisica, Esatto e d’argento, Explora, Materia e Luce, Silenzi, Still, Multiverso, Naufrago, Suoni, Studio, Women in nondescript landscape, Paesaggi Intimi, Portraits, Variazioni, Grignotage, Forma, Polaroid transfer, Liquid light, Deterioration series, Brands.
Molti critici e saggisti anno scritto sui suoi lavori: Giuseppe Alletto, Ignazio Apolloni, Alberto Giovanni Biuso, Gino Cannici, Francesco Carbone, Giovanna Cavarretta, Giuseppe Cicozzetti, Michele Curcurutu, Massimo Ganci, Andrea Guastella, Diego Gulizia, Dario Orhpée La Mendola, Jean Claude Lemagny, Mario Lentini, Sergio Mangiavillano, Diego Mormorio, Rosalba Panvini, Pippo Pappalardo, Franco Spena, Paola Trevisan, Antonio Vitale.
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